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[l’azzurro è dattiloscritto]
Copia
[+] [Anime e Anime ! ]
Venezia, XIII genn. 1923
Gentilissimo signor cavaliere Dottor Spandri,
Presidente della Congregazione di Carità Venezia.
Vostra signoria, riferendosi a mia lettera del 4 novembre 1922, si compiaceva
farmi conoscere che avrei potuto inoltrare alla Congregazione di Carità una proposta
concreta per l’acquisto dello stabile adibito ad uso orfanotrofio maschile alle Zattere.
In questo frattempo feci separatamente visitare detto locale da due persone
competenti ed integre, onde trovarmi in grado di avanzare una proposta che mi ponesse
su d’una base equa.
Dai competenti mi venne fatto rilevare che, per parecchi rispetti lo stabile
dell’orfanotrofio si trova veramente in cattive condizioni, il che già risulta a
vostra signoria ill.ma come ai signori membri della Congregazione di Carità.
Non voglio quindi dilungarmi in proposito, solo mi limito ad accennare che i tetti
in molte parti fanno acqua: che i soffitti i pavimenti, i serramenti, i cessi vanno rimessi
a nuovo, dove pure non si dovrà atterrare per dare aria e luce, e togliere quel senso di tetro
e di muffa che impressiona sinistramente.
Vi sono screpolature che vanno dal basso al tetto, e cedimenti
di una certa importanza.
Le officine poi a pian terreno sono da rifarsi completamente e alcune
non consistono che in semplici capannoni.
L’ubicazione è tutta interna, ché verso il canale della Giudecca non c’è che il puro
ingresso, e dall’altro lato la Chiesa del Rosario addossata, che non solo toglie aria e sole,
ma incombe e soffoca.
La disposizione interiore dei locali poi, delle scale etc, è tale che troppo
evidentemente rivela che fu un locale adattato alla meglio come si poté, trattandosi di
due vecchi conventi costrutti con criterî oramai superati, e che non reggono alle esigenze
dell’igiene moderna: poco ben disposti né molto utilizzabili.
E
la parte bella Bello è
il chiostrino dei gesuiti metà murato e
deformato,
da
ritornarsi alla sua primitiva
pura linea e all’arte propria
di Venezia
ma
che
non potrebb’essere mai adibito per
ragazzi.
Per le considerazioni su accennate, ma non più per quelle d’ordine morale che lei,
signor Presidente, ben conosce, e che ispirano la mia vita, offro, quale prezzo di acquisto
dello stabile ad uso orfanotrofio alle Zattere, la somma di L. 600.000 (seicentomila)
prezzo superiore a quello consigliatomi dai periti, e chiedo che le spese dell’atto siano
a metà.
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Oggetto dell’acquisto dovrebb’essere non solo lo stabile, secondo la pianta che
la signoria vostra gentilmente mi ha fatto tenere, ma anche quei capannoni aderenti
all’orfanotrofio,
e che attualmente già in parte
servono a lavanderia interna
dell’orfanotrofio stesso, e in parte fanno da officina esterna, gestita dal Sig. Foco, nonché
quell’arredamento che strettamente non servisse agli orfani, trasportati al Manin.
Mi riservo la facoltà di indicare, al momento del contratto le persone
o l’Ente morale nell’interesse dei quali assumo oggi impegno.
Questo in linea di massima. Quanto alle modalità del pagamento e per ogni altro
dettaglio mi tengo, signor Presidente, a sua disposizione.
Siccome però nel prossimo marzo, per ragioni d’ufficio dovrei ritornare
nelle Americhe, le sarei grato se, dato si possa convenire, ella volesse gentilmente
sollecitare la pratica, poiché desidererei che tutto fosse sistemato prima della mia partenza.
Mi è assai gradita la circostanza per ripeterle, gentilissimo signor Presidente,
i sentimenti delle mia più alta stima.
Di lei
(senza firma)
[esistono due minute non trascritte]
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