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[+] [Anime e Anime ! ]
Tortona, il 17 genn. 1926
Gentil.mo
Sirg.r sig.r.
comm.r Spandri Presidente della Congregazione di Carità
di Venezia
Dopo
il colloquio avuto con la sig.ria vostra verso la fine del
1925, colloquio che
nel
quale mi si riferivo a
difficoltà, da già da
me prospettate fin da due anni sono, e
anche
pure per iscritto, - a firmare la Convenzione del 1923 che regola le
nuove
condizioni di esercizio degli Istituti Orfanotrofio e Manin Maschile, - anche perché non
potrei assumermi in precedenza obbligazioni che non conosco, - ringrazio la signoria
vostra
delle tranqui
assicurazioni avute
datemi, e le invio le
gli originali del contratto
debitamente firmati.
E
sono lieto di poter che
mi sia dato di poter firmare con la dichiarazione
clausola,
che
ella stessa mi ha cortemente
con intelligente bontà suggerita, che cioè, per quanto si
riferisce
al 2[°] comma dell’Artic. II°, si
abbia a continuare praticamente
come s’è fatto
sin qui.
Per
altro, affinché questa dichiarazione non abbia essere
fraintesa da
a sembrare
ambigua,
non dirò presso da
lei, Sig.r Presidente, che personalmente mi conosce e sa
di
quali sentimenti sono animato, ma pres
presso chi personalmente
non mi conosce;
o
chi da
parere in
avvenire né abbia
neanche la parvenza di essere meno riguardosa,
dei
diritti
dell’onor.le Congregazione di Carità, a chi verrà
venisse dopo di noi, io
dichiaro
per
chi verrà
dopo di
noi, dichiaro
che io
ripeto quanto già le scrissi altra
volta due anni
sono: se io sapessi di aver sempre a fare con lei, sig.r Presidente, e con gli attuali
amministratori,
nessuna difficoltà avrei mai avuto mai
a firmare. a quattro
mani
E,
per quella innata e che
lealtà che ha sempre diretto
i miei atti dichiaro, sia per me
che per chi mi rappresenta nella direzione dell’Orfanotrofio e Manin Maschile, che, senza
reticenze,
riconosco alla sig.ria vostra ill.ma e
a codesto
all’onor.le consiglio
Congregatizio ogni autorità propria, ogni diritto di ispezione e di controllo, ogni diretta
sorveglianza, sia per sé che a mezzo dei proprî legali rappresentanti, dei suoi organi
e uffici.
Sinceramente io non ho altro di mira che il bene e il maggior bene dei giovanetti
che
la onor.le Congr. di Carità mi affida; e nulla mi è più
gradito mai stato né mi sarà più
gradito che di poterla secondare né suoi desiderî e miglioramenti degli istituti maschili,
per
essi onde modestamente concorrere anch’io a
preparare a Venezia e alla nostra Patria
cittadini degni dei nuovi destini dell’Italia nuova.
Con devoto ossequio
¨