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 +       Anime e Anime !

        Roma, mercoledì, 28 febbr. 1923


 Caro don Tricerri,


 Sono molto contento delle vostre buone notizie, e fui spiacente

di non essermi trovato jeri a casa quando venne Garberoglio.

 Ho molto molto lavoro, e anche oggi fui fuori quasi l’intera giornata.

 Verrei tanto volentieri a trovarvi, e col cuore ci sono venuto già tante e tante volte!

 Se appena potrò verrò, caro don Antonio, ma non ve lo posso proprio assicurare:

oramai non sono più padrone delle mie ore. E sia fatta la volontà di Dio!

 Quanto al condurre vostra sorella a Torino, io non avrei alcuna difficoltà,

se ma bisognerebbe che voi trovaste qualcuno che vi possa sostituire.

 Noi è con dispiacere che non possiamo darvelo mandarvi nessuno, poiché

don Alessandro il polacco è partito per la Polonia; don Arrigazzi da domani ha l’obbligo

di dire della Messa tutti i giorni all’ospizio delle cieche: io poi sto per partire per l’Italia

meridionale da un giorno all’altro, però non partirò mai prima di venerdì sera.

 Qui ora non restano che 4 sacerdoti, e sono ancora pochi.

 Solo penso che se voi non state ancora bene, temo che questo viaggio vi strapazzi:

questo è il mio timore. Se voi non poteste, non potrebbe accompagnarla il vostro nipote

don Pietro o una suora della Michel?

 Quanto a voi, caro don Tricerri, che volete mai che decida? Se potete tirare

la carretta a San Giuseppe e desiderate stare a San Giuseppe, - restateci pure, come avete

mostrato desiderio con sua Eminenza il Cardinale Cagliero: io, appena potrò darvi

un altro sacerdote di compagnia ve lo darò.

 Bisogna però che ci possiate vivere, passandovi io il Cardinale faccia riconoscere

dal Governo la parrocchia, come gli ho detto scritto ancora 15 giorni fa,

e allora io vi passo altre L. 1000 all’anno, e con quello che avete bisogna che ci possiate

vivere, senza mormorazioni ma sopportando le croci con pazienza per guadagnarci

un pezzo di Paradiso.

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