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[Al Rev.mo Mg.r De Carolis

Arciprete di Sant’Oreste al Soratte

(pr. Roma)]


 +         Anime e Anime !

          Tortona, il 24 agosto 1927


 Caro sig.r arciprete e amico,


 La grazia e la pace di n. Signore Gesù Cristo siano sempre con noi!

 Ricevo la sua gradita lettera del 22 corr.

 Sono disposto, molto ben disposto a subentrare alla Orsoline al convento

di S. Oreste.

 L’unica difficoltà è che, al momento, [*che]non posso venire perché,

lunedì 29 corr., ho qui una grande festa al nostro Santuario della Madonna della Guardia;

poi pel 31 ho un impegno forte, e il 4 settembre, altro imprescindibile impegno.

 Oggi, o al più domani, scrivo a don Risi a Roma, perché venga su con don Fiori

o con don Adaglio, e combinino tutto con lei: in verbo tuo laxabo rete.

 Sono pronto a dare le due suore per l’asilo comunale, [*ma] una abilitata

all’insegnamento delle scuole infantili. Darò anche le suore per il laboratorio

e scuola privata.

 In seguito, come bene ella dice, si farà il resto: da cosa nasce cosa, in Domino.

Il Signore le darà questa, caro sig.r. Arciprete, e altre consolazioni.

 Mi viene un dubbio: ho letto nella sua lettera che codeste Orsoline hanno tutte

la salute rovinatissima: non sarà mica l’umidità del locale, forse? Spero di no.

 Ella dirà a don Risi e a don Fiori quello che si deve fare, poiché io non potrei

venire che dopo il 4 sett.bre.

 Si potrebbe fare, intanto e subito, un compromesso con le Orsoline, e magari anche

addirittura, se si può, concludere; io ho ogni piena fiducia in lei, caro sig.r. Arciprete, -

come e più che in un fratello.

 Quanto poi a metter lì anche una comunità maschile, - ella ritenga che,

col divino ajuto, tutto quello che potrò fare, lo farò: non subito.

 Mi fa piacere che ci sia acqua buona, e già l’impianto della luce.

 Quanto all’arredamento, - se le Orsoline ne hanno anche di proprio, e venisse bene

per noi, - qualora lo volessero vendere, e si possa combinare, come spero, nel prezzo,

sarei del parere di rilevarlo. Ne scrivo a Roma.

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 Mi trovo sopraffatto da lavoro, per cui non mi è possibile scrivere più a lungo.

Ella mi scusi.

 Cercherò che i miei da Roma vengano il più presto possibile:

ella ci voglia guidare in tutto.

 Penso che la Madonna disponga che veniamo a Sant’Oreste per l’antica amicizia

che ci unisce, e per quel po’ di bene che, per la divina grazia, ho desiderato fare

a qualche figlio di Sant’Oreste che ella mi ha affidato.

Ho bisogno di vocazioni, di molte buone vocazioni: non guarderò a quello

che possono dare, basta che possa io dare alla Chiesa dei buoni servi di Dio.

 Il desiderio di fare qualche cosa a Sant’Oreste e per Sant’Oreste,

ella avrà ben da tempo intuito che era in me da anni.

 Che la SS. Vergine compia, caro sig.r Arciprete, i suoi e i miei voti.

 Farò fraternamente tutto quello che potrò, [*secondo i suoi intendimenti]

 Preghi per me che la abbraccio in osculo sancto.

 Suo aff.mo come fratello in X.sto


         Sac. Orione  della Div. Provv.


 Nota: le aggiunte nella parentesi [*] sono state scritte da Don Orione e rilevate

da una copia dattiloscritta e allegata all’originale

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