V038T149 V038P158



[Molto Rev.do

Sig.r Aricprete d. G. Battista Chiosso

di Torriglia]


 +        Anime ! Anime !

         [Tortona,] 27 nov.bre 1937 XVI


 Caro sig.r Arciprete, [di Torriglia]


 La grazia del Signore e la sua pace siano sempre con noi!

 Don Sterpi mi passa la sua gradita del 24 corr., di cui ti ringrazio.

 Ancora piango nel mio cuore il nostro don Candido, che era veramente un angelo.

Egli pregherà certo per me, per te e per la sua Torriglia, che amava tanto.

 Se tu credi che, fidati della Divina Provvidenza, - e in Torriglia so che è in grande

venerazione la Madonna della Div.na Provv.za - si possa dare principio ad un ricovero di

vecchi, sotto gli auspicî della Madonna della Divina Provvidenza, da parte mia farò, col

divino aiuto, quanto è in me per codesta piccola istituzione, che andrebbe a cominciarsi.

 E ritengo che don Candido dal Paradiso, dove pienamente lo credo, ci sarà di

grande conforto e ci assisterà. - Tu dovresti guidarmi e consigliarmi; - io camminerò

e farò, seguendo i tuoi suggerimenti, e la famiglia di don Garbarino, come tutta la tua

popolazione, deve sapere che l’invito è venuto da te e che si cammina, uniti e concordi,

come piccoli figli ai piedi della SS. Vergine, Mater Divinae Provvidentiae.

Sarà intesa di più, - anche da chi è poco praticante, - la divozione alla Madonna, quanto al

culto, vada unita un’opera di carità, a favore dei poveri; e non solo non diminuiranno le

offerte per il culto, ma l’esperienza di tanti anni mi ha data la persuasione e la prova che le

offerte per la chiesa crescono. Bisognerebbe che tu vedessi se ci fosse qualche casa un po’

adatta, - non occorre che sia già grande, né che sia di proprietà, - no, cominciare dal poco,

con umiltà, con fede, con carità e retto e puro spirito evangelico di accogliere nei poverelli

Gesù, lo stesso Gesù Cristo, e dargli da mangiare da bere e vestirlo e assisterlo e onfortarlo,

e la Divina Provvidenza viene, e non aver fretta d’ingrandire, non aver fretta di acquistare

lo stabile, lasciare che faccia la mano della Divina Provvidenza, la quale fa, fa, a suo

tempo, quando sarà l’ora di Dio, quando noi saremo nulla, e ci saremo annullati: allora là

dove finirà la nostra persona, la nostra mano, là comincerà la mano di Dio.

 Ora pregherò, e tu prega: preghiamo tutti e due: qui bisogna lavorare ora

con le mani giunte, lavorare con le ginocchia, tu lì e io qui, ai piedi della santa Madonna,

che è lì ed è qui, e poi mi scriverai. Ora conviene anche tacere, pregare e tacere.

 Ti saluto nel Signore. Tuo aff.mo

         D. Orione  d. D. P.

 N. B. Si capisce che dopo avere pregato, e se crederai in Domino che qualche cosa

si possa fare, ci vuole, prima di tutto, la approvazione e benedizione di Mg.r Vescovo.

 P. S. La lettera s’è un po’ macchiata, ma non avrei più tempo a trascriverla, -

tu mi scuserai.