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 +         Anime e Anime !

          Tortona, il XIV / XII [1]926


 Caro e venerato sig.r. don Trione,


 La grazia di n. Signore sia sempre con noi!

 Sono tanto grato a lei, caro sig.r. don Trione, come pure moltissimo

al sig.r don Rinaldi, don Barberis, don Gusmano e a molti altri salesiani,

i quali vollero scrivermi,e che hanno pregato per la mia guarigione. -

 Il Signore ha ascoltata la loro preghiera, e oramai sto uscendo dalla convalescenza.

 Mi ha fatto tanto bene lo spirito della loro carità, anche in questa circostanza; e,

col divino aiuto, voglio esserne sempre gratissimo in Domino.

 Mentre scrivo è l’ora in cui forse si tiene in Vaticano la seconda Congregazione

preparatoria sulle virtù del Ven.le Don Bosco.

 Ho pregato e fatto pregare per il buon esito di essa, e non dubito che fra non molto

il Ven.le sarà beatificato; e confido che la misericordia di n. Signore mi concederà

la grazia di celebrare sul suo corpo benedetto, come mi pareva che mi dicesse una voce

circa 38 anni fa, mentre pregavo presso la tomba del Venerabile a Valsalice. -

Però non l’ho mai detto, perché ho sempre temuto di dire piû di quello che fosse, sbagliare,

o che ci avesse parte la fantasia o che ci fosse potesse entrare della superbia. -

 Ho allora sentito in me una grandissima consolazione e serenità e mi ancor mi pare

fosse una di quelle briciole che cadono dalla Mensa del Signore.

 Confido questo a lei in questo giorno, mentre in Vaticano si tratta delle virtù

del nostro caro Padre e oso scriverlo unicamente per dare gloria a Dio e a lui e a conforto

di lei che mi vide ragazzo all’oratorio, ma desidero che però resti a lei.

 Vedo che scrivendomi ella mi dà del lei; ma perché? No, caro signor don Trione,

mi dia ancora e mi dia sempre del tu: sono e voglio essere sempre quel vostro povero

ragazzo, che venne accolto da Don Bosco, e cresciuto per tre anni sotto il manto di Maria

Ausiliatrice, - visse del pane dei salesiani alla scuola di santità pietà di sacrificio,

di lavoro di quella schiera salesiana di uomini di Dio, che circondavano il Venerabile

il cui ricordo dopo circa quarant’anni è ancora tanta luce che illumina e viene confortando

la mia vita.

 Dopo Dio Iddio e la SS. Vergine tutto io devo alla carità del Venerabile

e dei salesiani, se ho potuto esser avviarmi al sacerdozio.

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Che la mano del Signore N Lei Questo dico a me sempre e di frequente

ai miei sacerdoti, perché voglio che quest’umile Congregazione,

finché piacerà alla Divina Provvidenza di conservarla, senta e mostri

la più grande gratitudine e attaccamento ai salesiani.

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