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[manca originale]
+ Anime e Anime !
Messina, il 2 marzo 1911
Al caro Presidente e ai membri del piccolo clero dell’oratorio salesiano
di Valdocco Torino.
Ho ricevuto, o cari figliuoli, la bella lettera che il vostro egregio Presidente
volle inviarmi a nome suo e vostro, e ve ne ringrazio di cuore.
Si, nei tre anni che ebbi dalla Madonna SS. e dal Ven. Don Bosco la grazia di stare
all’oratorio, appartenni al vostro Piccolo clero, e il ricordarlo mi è di consolazione
ancora oggi, e mi fa bene. Non è esatto però che ne sia stato Presidente, ma siccome
era già un po’ avanti negli anni e sviluppato, e anche sentiva un particolare trasporto
al clero, così deve essere avvenuto che il caro don Bistolfi portato dal suo affetto
in Domino di antico condiscepolo, ora si sia sbagliato.
Presidente erano prima Fumagalli, e poi Bianchi, che credo siano salesiani,
almeno l’ultimo, poiché lo incontrai un sei anni fa alla stazione di Casale Monferrato
che andava a Borgo S. Martino, e fu una provvidenza, poiché mi prestò il danaro
per tornare a Tortona, che mi mancava. Poi fu Bottazzi ora sacerdote e vice Rettore
al Convitto Vescovile di Santa Chiara in Alessandria. Poi Giovanni Martinasso,
mio compagno che, dopo la terza, andò a Foglizzo, ove allora era il noviziato dei salesiani,
e Manassero. Martinasso credo sia missionario, e mi pareva che dovesse fare un grande,
un grande bene, e dopo di lui venne Felice Talacchini; ed erano tutti giovani di grande pietà e buono spirito, e studiavano per rendersi capaci di fare del bene alle anime,
e mi lasciarono un grande ricordo di buoni esempi. La Madonna SS. infatti scelse parecchi
di essi, che si fermarono salesiani, e li fece suoi discepoli tra i selvaggi.
E così spero sarà di molti di voi, o figlîuoli benedetti a cui è dato di essere
all’ombra di Maria SS. Ausiliatrice, e di respirare più da vicino lo spirito di Don Bosco
e di don Rua e di tanti altri salesiani. Cari figliuoli, se sapeste che grande grazia del Signore
è la vostra, di crescere all’oratorio di Valdocco!
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Si comprende poi più tardi quando se ne è lontani.
Fate tesoro di questo tempo, di codesta vostra dimora e ringraziate ogni giorno
la SS. Vergine e il venerabile Don Bosco e i vostri Superiori. Siate attaccati al vostro
piccolo clero, e sempre grati ai vostri buoni Superiori di potervi appartenere, e quando
sarete all’altare di Maria Ausiliatrice pregatela anche per me, ed io di qui e altrove,
la pregherò per voi tutti, che vi benedica tutti e che cresciate sempre cari al Signore.
Vedete, io sento tanto il bene che fu per me di essere appartenuto al vostro clero,
che quando passo a Torino; ed ho modo di recarmi in Maria Ausiliatrice, se mi
è possibile, mi vado ad inginocchiare là, entro il presbitero, nel mio posto dove un giorno
ero solito trovarmi quando uscivo col clero; e là ai piedi della SS. Vergine cerco
di ritornare fanciullo come a quei giorni, e di rinnovare la consacrazione di tutto me stesso
alla Madonna, e di rifare le forze perdute, e vi trovo sempre molto conforto celeste.
Non posso inviarmi la mia fotografia, perché non ne ho; ma vi mando una cartolina
dove sono anch’io alla sinistra di Mg.r La Fontaine, un Vescovo che ora è a Roma,
e che lavorerà per la beatificazione di Don Bosco e che accolse un gruppo di orfanelli,
dopo il terremoto.
Vi ringrazio di nuovo; riveritemi i vostri degnissimi sig.ri Superiori, e anche
il mio caro sig.r don Bistolfi (don Bistolfi). Gradirò sempre ogni buona notizia che vorrete
darmi del piccolo clero, e sono in nostro Signore e in Maria SS.
Vostro aff.mo confratello
Sac. Luigi Orione della Divina Provvidenza
[esiste due minute non trascritte]
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