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 +         Anime e Anime !

          Tortona, il 1 dic. 1925


 A Suor Maria Sebastiana

 e alle altre povere figliuole di Dio che col nome di Missionarie della Carità

 sono riunite in S. Sebastiano Curone per dare la vita ed amare Gesù i suoi piccoli

 e i suoi poveri.


 La grazia e la pace del Signore siano sempre con voi tutte e la benedizione del Cielo

sia sul vostro lavoro e sulle opere della vostra umiltà e carità.

 Vi accompagno una buona figliuola, la quale viene per ajutarvi in quello che potrà.

Essa non è suora, ma la terrete con voi, da per tutto, come una sorella,

e farà la vita di comunità che fate voi.

 Così desidero che sia di quella che è venuta su a S. Sebastiano ultimamente.

 Sono stato molto soddisfatto della breve visita che ho potuto farvi l’altra domenica,

nella festa di Santa Cecilia; fra non molto spero potervi mandare il can.co don Perduca.

 Spero che, malgrado la lontananza di Suor Maria Vittoria, tutto procederà bene

nella casa, e che sarete tutte come un cuor solo e un’anima sola nella carità di Gesù Cristo

 Cercate che sia in ciascuna di voi e ben radicata nella casa di S. Sebastiano,

quella che S. Agostino chiamava il fondamento di tutte le virtù, che è l’umiltà.

Dove c’è umiltà non ci sono contese, c’è compatimento reciproco, c’è l’unione dei cuori,

c’è carità fraterna; e si va avanti contenti, si lavora contenti, si prova una grande gioja

e felicità interiore e spirituale.

 Tutti i doni celesti e le grazie e i conforti ad andare avanti vengono dalla umiltà;

mentre tutti i malumori e le liti nascono dall’amor proprio e dalla superbia,

che è una nostra grande miseria morale.

 L’umiltà, vedete, è tanto necessaria per poter far vera e buona vita religiosa

e per acquistare la perfezione, che tra tutte le vie per poter giungere ad avere

vero spirito religioso e la verace perfezione, la prima via, diceva sempre Sant’Agostino,

è l’umiltà, la seconda via è l’umiltà, la terza via è l’umiltà. E diceva ancora:

«E se cento volte fosse domandato qual’è la via per diventare santo, qual’è la via più breve,

più sicura, anzi infallibile, altrettante volte io risponderei la stessa cosa:

umiltà, umiltà, umiltà».

 E quanto più alto si vuol erigere l’edificio della santità, altrettanto più profondo

si deve gettare il fondamento dell’umiltà. L’umiltà non è la prima virtù per eccellenza,

che è la carità, - ma però l’umiltà tiene il primo posto tra le virtù,

perché è il fondamento e la base di tutte le altre.

 Come l’orgoglio, l’amor proprio, la superbia (che poi sono tutto una stessa cosa),

come dunque l’orgoglio è il principio di tutti i peccati,

così l’umiltà è la sorgente di tutte le virtù, perché sottomette l’anima a Dio

e fa in tutto la volontà di Dio.

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 L’umiltà è la madre delle altre virtù, ed è quella che le custodisce tutte:

le tiene, per così dire, serrate e unite, e impedisce che ce le rubino.

 È dunque di assoluta necessità, o buone figliuole di Dio, che desiderando voi

di essere ammaestrate nella vita religiosa, sollecitamente procuriate di fondare

nei vostri cuori la radice della santa umiltà.

 Poiché San Bernardo ha scritto che «siccome la cera non riceve alcuna forma

se prima non diventa molle e, direi, liquida, - così noi non ci adattiamo alla forma

e allo spirito delle virtù cristiane e religiose, se prima non ci abbassiamo,

se non ci sottomettiamo all’altrui parere e volontà, se non ci spogliamo

del nostro amor proprio e orgoglio, se non deponiamo quei modi aspri,

duri e pieni di arroganza[»]. Quanto più ci abbassiamo, tanto più ci accostiamo alla verità,

perché l’umiltà sapete in che cosa consiste, o buone figliuole di Dio?

Consiste nel non attribuire a noi stessi quello che appartiene al solo Dio o agli altri;

di modo che umiltà non è altro che giustizia e verità. E quindi la via dell’umiltà

è la via della verità e della giustizia. E noi non ci abbasseremo mai troppo,

non ci umilieremo mai di soverchio, dopo l’esempio di nostro Signore Gesù Cristo,

«Qui humiliavit se metipsum usque ad mortem, mortem autem crucis

Il Quale Signor nostro Gesù umiliò sé stesso fino alla morte e alla morte di croce.

 Gli atti di umiltà sono la maggior giustizia che noi povere creature

possiamo rendere a Dio nostro creatore. Essere umile è credere alla verità,

credere alla nostra imperfezione, credere alla potenza della grazia di Dio che ci perfeziona.

 Riconoscendo il nostro nulla, diamo gloria a Dio. Noi non siamo che cenere,

un pugno di cenere che disperde ogni vento, e meno, meno ancora di cenere.

 Non solo siamo un nulla, ma peccatori. Ed essendo peccatori, e tanto peccatori,

è giusto che desideriamo di essere disprezzati dagli uomini e tenuti a vile.

 Questi sentimenti devono essere inconcussi e profondamente scolpiti nell’animo

di chi vuol essere tutto di Dio, di chi vuol essere vera suora, vera religiosa di Gesù Cristo

e Missionaria della Carità. Non c’è carità senza umiltà.

 In questa dolce novena dell’Immacolata chiediamo alla Vergine SS. la grazia

della santa umiltà. La Madonna fu scelta da Dio ed elevata alla più grande dignità

d’essere la madre di Dio perché fu trovata umile.

 E Dante dice della Vergine celeste: «umile ed alta più che creatura».

Ma fu alta, perché fu umile.

 E vogliate pregare dalla Madonna anche per me la grazia indispensabile

della santa umiltà.

 Vi benedico tutte e ciascuna in Gesù Cristo Signor nostro.

 Dev.mo servitore.


     Sac. Orione  dei figli della Div. Provv.za

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