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Minuta
[+] Tortona, il 17 Nov.bre 1928
All.mo e Rev.mo Monsignore
Mons. Canonico Arcidiacono Vincenzo Legè
e al Rev.mo Capitolo della Cattedrale
di Tortona
Mi permetto di rivolgere a lei, rev.mo Mons. Arcidiacono,
e per lei al rev.mo Capitolo, una preghiera:
L’umiltà del nostro venerato Vescovo, che alla sua persona in tante ricorrenze,
cominciando dal suo ingresso in Diocesi, non ha permesso mai feste e onori,
se non subiti, urterebbe ora quasi con un precetto divino se, sapendo l’amore di tanti figli,
e specialmente del suo clero, non consentisse, in questo suo cinquantesimo sacerdotale,
una festa di devozione al Vescovo, una festa di cuori al padre.
E, invero, che Iddio nel levitico: «Sanctificabitis annum quinquagesimum:
ipse est enim jubileus».
Ora, da più parti della diocesi, giungono inviti e voci di attesa:
giungono preghiere di voler snebbiare ogni equivoco; e sono anime ardenti di fede
e di amore, le quali desiderano conoscere come e dove potersi riunire
per la messa d’oro del Vescovo onde far corona al padre,
onde compiere la parola stessa del Signore di santificarsi nel giubileo del Vescovo,
sì che de profectu sanctarum ovium, fiant gaudia aeterna Pastoris!
Ond’è che per me, ultimo sacerdote tortonese, e per tanti del clero e del popolo,
vengo a pregare umilmente lei, rev.mo Mons. Arcidiacono,
e il rev.mo capitolo, di voler prendere in mano il cuore di tutta la diocesi,
e, occorrendo, di imporre filialmente la unanime volontà di tutti,
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e di solennizzare la festa giubilare del Vescovo con una grande celebrazione religiosa
da
compiersi nella chiesa
Cattedrale, madre di tutte le
chiese della diocesi
e sul corpo benedetto del nostro I Vescovo San Marziano.
E sia una festa diocesana di invocazioni celesti e di sante comunioni, festa di cuori!
È vero: Mons. Vescovo, nella sua modestia, vorrebbe passare quel giorno
nel silenzio e nella preghiera; ma noi, pregando, non lo disturberemo affatto, -
solo, quali suoi figli spirituali non possiamo e non vogliamo essere assenti:
Gli chiediamo di poterci associare a lui nel ringraziare il Signore, ed esprimergli
il nostro grato animo: vogliamo pregare Iddio che ce lo conservi lungamente:
vogliamo
dire a lui il nostro amore di figli, in questa
quella cara ricorrenza.
Non altro.
Noi dunque non chiediamo, non vogliamo una parata ufficiale,
ma una festa cristiana e filiale di cuori, in cui le azioni di grazie si accordino con i voti
e i gaudi di un giubileo santo: «sanctificabitis annum quinquagesimum».
E, dicendo questo, mi pare di bene interpretare il sentimento e la pietà ben distinta
di codesto rev.mo Capitolo.
Le sante emozioni di tale dimostrazione filiale, che il Vescovo non può rifiutare,
riusciranno, certo, a un conforto per Lui, e ad una consolazione per tutti
nell’alta vita dello spirito.
E il rev.mo Capitolo avrà, ancora una volta, benemeritato agli occhi di tutti: -
interprete sempre autorevole del clero e del nostro popolo cristiano:
espressione vivente di tutto che è corona, gaudio e attaccamento al Vescovo:
tutore nato e vindice di quanto è onore e decoro della cattedra episcopale,
della chiesa madre di Tortona e della illustre diocesi.
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Dopo invocato Dio, depongo nelle mani di lei, rev.mo Mons. Arcidiacono,
e del rev.mo Capitolo questa umile preghiera, - e prego la loro esima bontà
di volermi scusare, e di ritenermi sempre, quale non mi dimenticherò mai di essere stato,
per il loro povero e antico custode del Duomo, e quale sono loro
devotissimo servitore in Gesù Cristo e nella Santa Madonna
Sac. Luigi Orione
+ Tortona, il 17 / XI [1]928
Caro don Francesco,
Mi sono raccomandato alla Madonna, e poi ho buttato giù queste righe:
veda un po’ lei.
La prego di sentire lui, anche indirettamente; - poi lei tolga, aggiunga, -
faccia in Domino, - basta che possiamo fare, e faremo in Domino
Suo aff.mo
Sac. Luigi Orione della Div. Provv.za
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