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+ Gesù, il Papa e poi tutte le anime
[31 Dicembre 1900]
Veneratissimo signor economo e mio amatissimo benefattore, [don Ravazzano]
Da molto tempo io avrei dovuto vincere la mia somma pigrizia e scrivere a lei
che tante e tante volte ha fatto da padre, da guida e da consolatore a me
e ai figlioli che il Signore mi è venuto affidando per somma sua bontà e misericordia.
Tuttavia io confido pienamente che confessando la mia colpa e detestandola,
lei mi vorrà perdonare, imitando nostro Signore che ama anche i peccatori più grandi
quando li vede pentiti e, pur totalmente diffidando di sé stessi
desidera vederli andare a Lui pieni di quella confidenza figliale che apre il cuore di Dio,
perché viene dall’abbandono della nostra miseria e quasi fin della nostra confusione
per la somma bontà che vediamo essere in Gesù nostro Signore.
Quando io vedo che mi si avvicina qualche ragazzo che è stato lontano da me
e cattivo e che mi domanda qualche cosa sono solito accontentarlo,
se appena è possibile, subito e più premurosamente di quelli che sono più e buoni
e che mi sono sempre ai fianchi.
E così io penso che farà il Signore coi più grandi peccatori,
tanto è largo e misericordioso il suo cuore di padre e di Dio, -
come infatti ha usato fare con me ogni volta che ho mandato anche un solo grido
verso di Lui.
Ebbene, o caro sig. economo, io vengo a lei per vedere se potesse farmi una carità.
Non è per me, è per un mio figliolo; anzi è per me perché è per un mio caro figliolo.
Ho ricevuto oggi la lettera che le accludo. Questo figlio qui,
è ancora un figlio dell’oratorio e di S. Bernardino.
Era assai benestante suo padre, ma gli è morta la madre, e il padre,
passato a seconde nozze, finì col vendere tutto e andare fino in prigione, credo.
Ora però è fuori. Questo figlio era bravo, e credo che anche ora che mi scrive,
dopo sette anni che non è più mio scolaro, non sia ancora cattivo.
Lei potrebbe cercargli un qualche posto, tanto da vestirsi e mettersi lì un qualche cosa,
che poi facilmente se ne andrebbe in America?
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Sarebbe proprio una carità fiorita! È giovane, è robusto - ha buona voglia,
ma bisognerebbe toglierlo da Tortona, ove egli si vede troppo male
dopo che suo padre fu in prigione.
Io gli ho detto che avrei fatto quanto avrei potuto,
ma che posso e che so mai fare io senza Dio e senza di lei?
Dio Lo pregherò fervorosamente, e lei veda se si può fare un’opera santa.
[Don Orione]
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