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+ G. P. A. M.!
Instaurare omnia in Christo!
Roma, il Venerdì dopo
la Domenica VI di Pent.
[28 luglio 1905]
Mio caro sig. economo, [don Ravazzano]
Oggi il Signore ha usata una grande e divina misericordia all’anima mia.
Mi pare di dovere fare qualche cosa per la Madonna SS. Addolorata
e la prego di aiutarmi - Con la grazia di N. Signore
e tutto sotto la tutela della Madonna SS. Addolorata aprirò una piccola Casa di pie donne
e figliole anziane come già le ho parlato e lei tratti l’affitto per ora per un anno
in
lire 700 al più, se può, faccia di dar
stipulare per meno - quello che davvero mi preme
è che nessuno sappia che son io e che la casa dipende da me -
anche quella signora di Alessandria potrebbe essere male impressionata,
è meglio che prima, al caso, lo sappia da me che da altri, - quindi la prego
di non fare assolutamente il nome mio tanto più col proprietario.
Qui ci sono già due persone pronte a partire e delle quali la prego
di prendere la direzione spirituale, esse sono tali persone che taceranno.
Così venendo io, ne parlerò al Vescovo anche, - intanto mi scriva subito per favore
se
per un mese ora si
possono già abitare alcune camerette e parli a don Sterpi
perché senza farsene avvedere, provveda quelle camerette del necessario e così io possa
al più presto sapere qualche cosa e mandarle.
Oggi sarà presentata alla Regina madre il ricorso Peila.
Sono stato a S. Giov. Laterano, - mi mandi l’autorizzazione da presentare
per ritirare il quadro che si può ritirare ogni mattina.
Ho parlato con don Perosi per Varallo e mi ha detto che avrebbe fatto tutto -
egli ora è in Villa presso Firenze, ma anche Renzo era già là e di là spedisce
quanto ella desidera.
Invece per il S. Padre non ho ancora potuto fare nulla - cosa vuole?
forse ci patisco io più di lei, ma bisogna che aspetti il momento opportuno.
Io vorrei venire presto a Tortona, ma capisco che comincia per me un secondo esilio.
Affez.mo
Don Orione
¨