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 Ill.mo sig.or Perosi,


 Come già le feci notare in altra mia dello scorso gennaio,

non posso permettere che i giovani dell’Istituto vadano in case private;

e ciò per tali ragioni che v. s., nella sua saggezza, potrà di leggeri comprendere.

 Non se l’habbia a male, ma qui è il mio dovere che s’impone.

 Quanto v. s. vorrà venire in Istituto, mi farà sempre e un onore e un piacere.

 Quanto all’armonio, le mandai a chiedere per ben tre volte la chiavetta

poiché ne abbisognava.

 Non si meravigli quindi se, udito Monsignor Novelli in proposito,

e riconosciutolo proprietà dell’Istituto, mi sono creduto in diritto di poterlo aprire:

essendo più che giusto che di un dono fatto all’Istituto, l’Istituto se ne debba valere.

 Non credo opportuno rivendicare più estesamente le ragioni di proprietà,

dacché v. s. sa bene che la consegna della chiave, a me fatta quando fu condotto l’armonio,

era evidente segno che l’istrumento fosse dato in dono all’Istituto e quindi sua proprietà,

come Ella stessa ebbe più volte a dichiararmi.

 E questo, spero, non vorrà alterare le buone relazioni che furono sempre fra di noi,

non intendendo io che tutelare i diritti dell’Istituto che indegnamente rappresento.

 Gradisca i miei ossequî

 Umil.mo servo in G. C.


           Ch. Luigi Orione


 2. Febb. 1894.

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