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[Alla Distintissima Signora
la Signora Carolina Perosi
Palazzo Taverna a Monte Giordano
Roma]
+ Anime e Anime
Messina, il 25 Nov.bre del [1]910
Ottima signora e mia benefattrice,
Vengo ora da dire la Messa pel caro maestro Perosi, suo marito,
e dopo ne ho sentito un’altra, detta per lui, mentre anche nella cripta espiatoria,
dove è l’altare Gregoriano, uno dei nostri sacerdoti di Bettole gliene diceva una terza.
Ora, prima di mettermi giù a lavorare, mi sento l’anima come piena di bisogno
di
scriverle come una
parola di conforto, perché in questo anniversario,
non so come spiegarmi, ma mi sento così unito nel Signore a tutti loro.
E che cosa le dirò io per confortarla?
Eh si sa bene che cosa ci può suggerire la nostra divina e antica fede! la santa
e dolce fede che ci ha portato il nostro S. Marziano, e in cui per divina misericordia,
siamo cresciuti, e che è la sola fede che davvero può dare consolazione
nelle dolorose giornate della vita.
Ah le disposizioni del Signore sono pur sempre adorabili! anche quand’elle
sono così contro i nostri desiderî, così gravi, così sublimi sopra di noi!
Quale occasione più bella di esercitare la nostra fede di questi dolorosi anniversarî?
Oh quanto è grande la santa fede, che distacca dalle cose della terra,
destinate tutte alla morte, e fa vivere nel Dio di tutte le consolazioni!
Io, ogni volta che vado tra me ricordando la fede così viva di suo marito,
fede che ci si vedeva sempre, ma specialmente in quella benedetta conferenza
di S. Vincenzo che per me, chierico allora, fu una grande scuola ed esempio di carità
e di
fede vera, mi sento come ristorare l’anima; e non possao
lasciare di benedirlo,
perché mi ha fatto del bene, e mi ha fatto del bene perché fu uomo di fede.
Consoliamoci dunque oggi in questa fede, e per essa Iddio sia da noi benedetto
senza fine!
Mi perdoni la libertà; gradisca tanti ossequî a lei e a tutta la famiglia
e mi abbia per dev.mo suo servitore in n. Sig.re Gesù Cristo crocifisso.
Sac. Luigi Orione d. Div. Provv.
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