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Amatissima madre e fratelli carissimi [Feltri Carolina]


 Mi fecero grave impressione le notizie avute sullo stato di salute

in cui trovasi il papà. L’età avanzata e la cattiva stagione, potrebbe influire grandemente

sulla malattia di lui.

 È molto dimagrito e sbattuto; giammai lo vidi in uno stato così.

 Vi raccomando di avergli tutte le cure immaginabili e possibili;

tenetelo sempre contento e allegro, non dategli nessun disgusto, non contradditelo mai,

accontentatelo in tutto quello che vuole.

 Ricordate, o fratelli carissimi, che è nostro padre: - fratelli!

perduto che avremo una volta papà non vi sarà più nessuno!

 Nessuno che vi amerà quanto il papà, nessuno che vi consiglierà

come suole consigliare l’amore di un padre! Nessuno penserà più a noi.

 Cari fratelli, volgeremo lo sguardo attorno e non lo vedremo più, saremo orfani!

 Questa parola mi fa piangere!. E voi non piangete?

 Oh! quanto è amaro il pensiero di essere senza padre!

 Deh! fratelli miei, io non posso essergli accanto a sollevarlo, a consolarlo;

voi fatela voi la parte mia!

 Ditegli sovente che penso sempre a lui, che gli voglio un gran bene,

che ho offerto al Signore la mia vita per ottenere la sua guarigione. Ditegli

e fategli tutto ciò che può renderlo allegro e che lo solleva; insomma,

circondatelo di tutte quelle garbate maniere e di tutte le cure che l’amore,

più che il dovere, suggerisce al vostro cuore: fatemelo guarire.

 Ho saputo che il medico di Pontecurone si è rimesso ad un consulto.

 Non guardate a spese, vi sarà tutto rimborsato; ma si faccia questo consulto

e si chiamino i medici migliori che si conoscono.

 Desidero sapere sovente come stia e come vadi la malattia:

voglio essere schiettamente informato di tutto ciò che dicono o pensano i medici.

 Se avvenisse mai che peggiorasse, subito fatemi avvisare.

 Se si trattasse di portargli il santo Viatico avvisatemi senza indugio.

 Desidero trovarmi al suo fianco appena lasci dubbi se possa guarire o no.

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 A voi, o madre mia, coraggio e pazienza! Speriamo che sarà nulla:

le nostre preghiere lo salveranno anche contro ogni speranza.

 Mentre prego pel papà, prego anche per voi, onde vi rassegnate

a sopportare tutti quei disturbi che la sua malattia vi può dare.

 Vi consoli il pensiero che sempre sarete circondata da tutte le possibili cure

dei vostri figli, che sempre sarete la regina della casa e il nostro onore,

e la parola vostra sarà legge e comando per noi.

 Madre e fratelli addio! vi raccomando il papà che amo tanto;

eccovi l’ultima mia preghiera e l’estrema parola: Ve lo raccomando tanto tanto

e con tutto l’ardore dell’anima mia.

Sempre vostro Figlio e fratello aff.mo chierico


           O. Luigi di G.


 Di Seminario il 16 gennaio 1891

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