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 +      Messina (Arcivescovado) il 2 luglio [1]910


 Caro Benedetto,


 Ho ricevuto le tue due lettere e ne sono stato molto contento.

 Non mi hai ancora fatto conoscere l’esito della tua visita a Genova; -

avrei piacere di sapere come è andata. Oggi ho scritto anche ad Alberto.

 Sento con soddisfazione che la tua salute e quella di tua moglie è buona;

anch’io, grazie a Dio, sto bene. Sperava di poter venire un po’ da codeste nostre parti,

forse mi tardano il permesso, e poi confido che mi lasceranno libero definitivamente,

da poter continuare a lavorare per i miei collegi.

 Ho aperto un Istituto a Reggio Calabria e domenica passata

se né è benedetta la chiesa.

 Prega, caro Benedetto, che Iddio mi conceda salute e grazia di poter condurre

a buon termine tante opere iniziate qui e in Calabria.

 Io so che tu sei sempre stato timorato di Dio e divoto,

e che anche tua moglie è molto religiosa, e questo mentre mi fa assai piacere,

mi porta a dirvi di pregare anche per me.

 Se posso ottenere di essere in po’ libero di qui, allora ti vengo a trovare,

e passerò una mezza giornata a Pontecurone insieme e così andrò anche a fare una visita

al nostro papà al camposanto, che è da tanto tempo, che non ci sono più stato.

 Addio, caro mio Benedetto, tanti saluti affettuosi e fraterni a te,

alla cognata Filomena, ad Alberto quando lo vedrai e a tutta la sua famiglia.

 Cerca nel tuo lavoro di sostenerti, per non deperire e rovinarti la salute.

 Iddio ti conservi, ed abbimi per tuo aff.mo


             Luigi

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