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[non digitata minuta di due fogli]


 [+]        Anime e Anime !

         [Tortona,] XIV Agosto del [1]927


 Al mio caro benefattore

 Comm.r Giuseppe Gambaro e sua ottima signora,

 La grazia e la pace di Dio siano sempre con lei, caro sig.r Gambaro,

con la distinta e pia sua signora e con i loro figlioli!

 Ho ricevuto le cartoline con i ripetuti saluti suoi, caro sig.r Gambaro,

e li ebbi graditissimi.

 E ora vengo a chiederle scusa di aver tanto tardato a contraccabiarli.

 In verità, avevo pronte due cartoline con l’indirizzo, ma poi me le sono trovate

nella valigia, mentre ero un po’ lontano da qui. E ho poi finito di dire, tra di me:

gli scriverò una lettera letterina, e così sarò più facilmente perdonato.

 E mi è caro farlo oggi, che è la vigilia della Madonna Assunta in cielo,

dolce solennità per ogni cuore cristiano. Grande conforto è per noi,

caro indimenticabile mio benefattore e amico in X.sto, l’averci nostro Signore

lasciati figli di tanta madre, di quella benedetta che a Lui fu Madre!

 Questa nostra fratellanza con Gesù, così vera, così soave, è ignorata dal mondo.

Ma per noi, in mezzo ai disgusti, ai disinganni, alle tribolazioni e croci

di questa misera vita fugace, non vi ha pensiero più consolante di questo pensiero:

che anche noi, per quanto deboli, per quanto peccatori, siamo pur tuttavia

figli di tale tenerissima e misericordiosissima Madre. E la celeste e santa Madonna è,

per questo, la nostra speranza più grande, dopo Dio, - è la nostra consolazione più intima,

poiché sappiamo bene che Ell’è la nostra più possente avvocata presso Dio,

e che la sua materna intercessione è efficacissima, onde possiamo aspettarci ogni luce,

ogni grazia, ogni conforto per la vita presente e per la vita eterna.

 Solo a pensare alla Madonna, alla dolcissima Madre di Dio e nostra,

l’animo si tranquillizza, la mente si rasserena: - a parlare della Madonna si diffonde

la letizia e come un’onda di soavissima pace spirituale, e a invocarla si reintegra

il coraggio e mi ritorna la vita, la più alta vita!

 Nei momenti di maggiore stanchezza e battaglia, invocando la Madonna

si mettono in fuga i nemici dell’anima nostra, ed è di fede che chi prega

e confida nella Madonna non può perire.

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 Caro sig.r Pippo, e non fu questo caro nome della Madonna un balsamo

a tutte le nostre ferite?

 Io vorrei non sapere da tutti gli afflitti quante volte invocarono e sentirono il conforto

di questo nome!

 Ah! mio caro sig.r Gambaro, dica sempre ai suoi figli

che non v’ha nessun peccatore, per quanto misero e perduto, che, ricordandosi

di pregare la Madonna e mettendosi sotto il manto celeste della grande Madre di Dio

possa perire.

 Beati noi, se ci stringeremo ogni di più al patrocinio di Maria SS.!

 Beati quei genitori che offrono i loro figli nelle mani della Madre del Signore

e nostra!

 Ella, mio ottimo sig.r Gambaro, e la sua distinta signora, abbiano viva fede

nella santa Madonna: la Madonna vi farà aspettare si farà pregare, vi farà bussare

e picchiare al suo cuore, ma poi è la mamma, è la mamma, che Gesù ci ha dato,

e non vi negherà nulla per i vostri cari figlioli!

 Coraggio in Domino, e umile preghiera e fiducia grande nella santa Madonna,

caro sig.r Pippo! I miei poveri poi pregano per lei, per la sua signora

e per i figli che Dio vi ha dato. Non temete: riusciranno bene: ho pregato per voi:

fate quanto vi scrivo dai piedi della SS. Vergine, e i vostri figlioli

riusciranno molto bene.

 Avrete delle pene e grandi, ma l’ultima a vincere sarà la Madonna.

Che consolazione sento a di potervi scrivere queste parole! Dio ne sia benedetto!

 E nostro Signore mi dà questa luce quando già siamo ai primi vespri

della festa della sua santissima Madre, per onorare la beatissima morte

della santa Vergine e la sua gloriosa Assunzione al regno celeste,

quando ricevé dal suo figliolo una corona immortale, e un trono sovra quello

di tutti i santi.

 L’assunzione di Maria è il compimento di tutti i misteri della sua ammirabile vita:

da essa comincia la sua vera gloria. Lodiamo dunque e benediciamo Iddio,

caro mio benefattore e de’ miei poverelli: ringraziamo Iddio, e uniamo i nostri omaggi

e i nostri trasporti d’amore filiale a quegli degli angeli!

 Alziamo gli occhi al Paradiso, e mettiamo nella Madonna ogni nostra confidenza:

è la nostra Madre! Rinnoviamo ogni dì questi nostri sentimenti. Ricorriamo a lei

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nelle nostre pene, nelle nostre tentazioni e in tutti i nostri bisogni spirituali

e corporali.

 Possiamo noi fare cosa migliore che di avvalorare le nostre orazioni

e suppliche che con la intercessione di sì potente avvocata? che con la mediazione

di tanta nostra Madre?

 Preghiamola con San Bernardo, il grande santo della Madonna, che pure Dante

ha voluto porre là nell’eccelso del Paradiso, a cantare la grandezza, la potenza,

la gloria di Maria. «O Tesoro di grazia, Madre della vita, Madre della salvezza!

Fa che per tuo mezzo possa avere accesso al tuo dilettissimo Figlio! Possa colui,

che si è dato a noi per te, riceverci pure per te! Possa la tua purità e innocenza coprire,

dinanzi a lui, le immondezze della nostra vita! Possa, o SS. Vergine, la tua umiltà,

così cara a Dio, ottenerci il perdono della nostra vanità! Possa, o dolcissima Madre di Dio,

la tua immensa carità coprire la moltitudine de’ miei peccati!

 O Tu, che sei nostra Regina, nostra mediatrice, nostra avvocata, nostra Mamma:

riconciliaci, raccomandaci, presentaci a tuo Divin figliolo!

 Te ne scongiuriamo per la grazia onde sei onorata: per la misericordia

che hai manifestato al mondo!

 Fa, o santissima Madonna e madre che Colui, il quale si degnò vestire

la nostra fralezza, ci renda per te partecipi della sua felicità e della sua gloria».

(Serm. II de Adv, n. 5)

 Quali sentimenti, caro sig.r Gambaro, quale soavissima invocazione,

degna veramente d’un San Bernardo, è mai questa!

 Che anche il nostro cuore risponda con un desiderio sempre più vivo,

sempre più sincero di servire Iddio e la SS. Vergine, con tutto il fervore!

 Deh! preghi per me, che sia divoto sincero della Madonna: e che non m’accontenti

di predicare, di scriverne agli altri, ma che io, pel primo, con umile cuore ne imiti,

ajutandomi Iddio, le virtù, - poiché nulla mi gioverebbe, anzi mi sarebbe di danno

e di vergogna un giorno, averne parlato agli altri, e non avere fatto io quello che,

come sacerdote, prima degli altri, avrei avessi dovuto fare.

 Preghino dunque, lei e la sua signora, che io miserabile peccatore,

cerchi in ogni cosa Iddio, e viva solo animato dal suo spirito, in umiltà e carità,


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ai piedi della santa chiesa, d’inginocchio ai piedi del Papa e dei Vescovi,

d’inginocchio fin con la testa, sì e come se fossi ai piedi stessi di Gesù Signor Nostro.

 Metto lei, caro mio amico e benefattore e la sua buona signora

e i loro cari figlioli nelle mani della santa Madonna, e mi vogliano perdonare

questa troppo confidenza e libertà in Domino. - Scusino la lungaggine e prolissità

di questa lettera; cominciando oggi la festa dell’Assunta, ho sentito come una voce

dentro me di dover cominciare questa soave solennità insieme spiritualmente con loro.

 Domattina alle 5½ canterò la santa Messa nell’umile casetta di S. Bernardino

e poi darò l’abito da di adoratrici perpetue di Gesù Sacramentato a quattro cieche,

che già sono con me da anni. Vi è anche quella suor Maria Sebastiana,

che loro hanno conosciuto a S. Sebastiano.

 Le farò pregare per la loro famiglia. Hanno clausura, e tre giorni alla settimana

che non potranno parlare, per parlare solo con Gesù.

 Poi parto, e vado a Villa Moffa presso Bra, a dare domani sera l’abito religioso

ad alcuni giovani: vi è anche un ex-combattente, capitano, professore di disegno

e di chimica.

 Poi - tra non molti mesi, vi sarà anche il rag.r Adriano Callegari,

che era lì, una perla di genovese; di lui la mano di Dio farà buona tela.

 Dio sia sempre benedetto!

 E lei, sig.r Gambaro, me lo dà uno dei suoi figli?

 Io non lo tengo per me, lo do subito alla Madonna e sarà la consolazione,

la gloria la benedizione della vostra famiglia.

 Il germe della celeste vocazione lo pianterà il Celeste agricoltore;

ma lasciate che me lo prenda presto, presto: non gli mancherà nulla,

e sarà quello che terrà in piedi gli altri.

 Che, se non si fa presto, chi lo sa, se faremo più a tempo?

 Vi scrivo da povero ciabattino, ma dai piedi della Madonna: chiudete gli occhi

sui miei stracci: fate un atto di fede nella Divina Provvidenza, e Amen.

 Adesso lasciate che vi benedica tutti, da povero sacerdote di Gesù Cristo,

e la benedizione del Signore sia sempre con voi.

 Dev.mo e obbl.mo servitore


        Sac. Orione Luigi  della Div. Provv.

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