V041T052 V041P062



[manca l’originale]


[Italia

Al Distintissimo Signore

il Sign. Comm.r Giuseppe Gambaro

Corso Solferino, n. 13 int. 4

Genova]


 +       Victoria, - F. C. C. A.

        Repubblica Argentina 1 Dicembre 1934


 Caro sig.r Pippo,


 Il Signore sia sempre con lei e le dia conforto!

 Ho provato molta pena che a Fede non sia stata data la promozione e ho pensato

tante volte al dolore che lei ne avrà sentito, e so quanto ella soffre per lui.

 La assicuro che anch’io soffro, prego e soffro per lui quasi come uno di famiglia, -

per quei santi vincoli che mi legano a lei e ai suoi figlioli, e, in particolare,

pel bene che in Domino ho sempre voluto a Federico e che sempre gli voglio,

per l’anima sua.

 Mi è spiaciuto che lei non abbia ricevuto una mia lettera inviata per avione,

scritta quasi contemporaneamente ad una inviata a Fede. Il Signore avrà disposto così,

e pazienza!

 A ciascuno dei suoi figli ho mandato, giorni fa, col «Conte Grande»,

una circolaretta, ma, prima di Natale, farò di tutto perché ricevano altro.

 Quanto a Fede, più d’una volta ho pensato se non fosse il caso di strapparlo

da codesto ambiente in cui s’è andato a impelagarsi, dove compagnie forse guaste

lo hanno come arretito e stregato al male. Forse bisogna trapiantarlo.

 Egli deve essere come un loro ipotecato o un ipotecato di qualche persona,

e non se se, al punto a cui s’è lasciato avvischiare, abbia più la forza morale di togliersi,

di liberarsi.

 Se egli si proponesse un viaggio o, meglio, una sistemazione all’Estero?

Capisco che è doloroso, ma.....

 In un ambiente nuovo, moralmente sano e cristiano, circondato da gente onesta,

per bene, laboriosa, praticante la fede, - penso che si rialzerebbe.

 Più sta in ozio, e più cadrà al basso; l’ambiente in cui vive in Genova,

cioè i compagni, non gli fanno, certo, del bene, egli stesso deve ormai sentire

che l’ambiente di Genova gli è umiliante.

 Veda un po’, caro mio amico e benefattore, se credesse che questa soluzione

potesse essere la tavola di salvataggio pel suo Fede a me particolarmente caro,

anche perché mi è stato tanto raccomandato da quella santa di sua mamma.

            V041P063


 Bisognerebbe però che Fede avesse buona e ferma volontà di mettersi bene,

di risorgere a vita cristiana e onesta, di darsi ad un lavoro che gli apra una via onorata

nella vita, e gli dia il senso e la coscienza della dignità.

 Ora è fuori binario e avvilito, - deve pregare, deve confessarsi, deve redimersi,

e non diventare il disonore né di sè né della famiglia.

 Senza entrare in merito alla proposta che, ad ogni buon conto,

dovrebbe partire o da lei o da qualcuno che abbia voce viva e forte su di lui,

io presto gli scriverò una buona lettera, animandolo a rimettersi a far bene,

a non avvilirsi.

 Fiducia grande nel Signore e coraggio, caro il mio signor Pippo! -

Prego per la sua famiglia sempre: benedico di cuore a lei, alla sua signora, ai loro figli,

alla signora Maria. Preghino per me.

 Suo dev.mo in G. Cr. e Maria SS.


           Sac. Orione  d. D. P.


 P. S.  Il 12 novembre ho celebrato l’anniversario di suo papà qui,

ma con lo spirito era con voi al Piccolo Cottolengo.

¨