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[manca l’originale]


         Victoria F. C. C. A. (Argentina)

         4 Dicembre 1934


 Caro Franco, [Gambaro]


 E dunque, come va? - Per gli auguri di Natale e di capo d’Anno

ti ho mandato una circolaretta a stampa, come ad altri, ma mi pare un po’ poco, -

ond’è che do mano a carta e penna e calamajo (un po’ come l’oste della luna piena

di Manzoni) e ti scrivo. Però né ti seccherò come l’oste della luna piena seccava Renzo,

né ragionerò come quell’altro oste (il Manzoni è specialista in fatto di osti) pel quale

tutti erano galantuomini quelli che pagavano e che, se avevano da tirare una coltellata,

andavano a darsela fuori e lontano dell’osteria. Ma qualche cosa ti dirò.

 E, anzi tutto, come stai? Io ti fo sapere che starei benone, se non fosse

un po’ di mal di cuore che non mi lascia lavorare che pochetto di giorno, e non mi dà

requie di notte. Ma, come vedi, non mi toglie il buon umore.

 Evvia! siamo giovanotti di 62 anni, onde, se anche viene qualche notte

sorella morte, la accoglierò a festa, ché ho vissuto abbastanza, - ti pare?

Quanti che non hanno toccato neanche i 60! Dunque stiamocene contenti,

e sia come Dio vuole. Che, se Dio mi dà vita, sai che ho ancora speranza di dar lavoro

al tuo cantiere? Non direttamente, no, ché dovrei essere un armatore e milionario, -

invece non sono che un povero prete, - ma indirettamente, chissà? - Hai lavoro? - E sei

di buon umore? Se hai lavoro e sei di buon umore, fuma una sigaretta alla mia salute, -

perché io prego e perché la tua officina abbia lavoro e perché tu sia sempre di lieto animo. Vedi, sto vecchio prete senza fastidi, com’è allegro! E tu, caro Franco, sei allegro?

sta di buon animo, di buon animo sempre, ché «uomo allegro, il Ciel l’ajuta».

 Io questa allegrezza, che è serenità di spirito, e sgorga dalla pace della coscienza:

questa soave letizia che fa lieta e bella la vita, te la auguro, caro Franco,

per le feste del S. Natale e pel nuovo Anno, con tutti quei bene che il tuo cuore

può desiderare. - Ed ora non una predica, no, ma una parola in confidenza grande

e in un orecchio, a te solo, eccola.

 Tu gusterai la pace del Natale, se andrai a farti una buona Confessione

e a ricevere Gesù, caro Franco: va dunque!

 L’anno nuovo cominciamolo bene in grazia di Dio e con la benedizione di Dio.

Ecco, ho finito, la parolina buona e da amico è detta: niente predica: sono stato

o no discreto? Ciavu! Addio!

 Buon Natale! buona fine e buon capo d’Anno! Tanti auguri ai tuoi genitori

e alla zia. Iddio ti benedica e ti dia ogni prosperità.

 Tuo


            Don Orione

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