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[Tortona, li] 4 Nov.bre [191]6
sera
Nobilissima signora, [Celesia]
Chiedo scusa di non averle più scritto. È vero che in queste settimane
ebbi veramente molto lavoro, ma lo avrei potuto, e sento di dovermi rimproverare
tanta mancanza.
Anche stasera dovrò essere breve, ed ella, nella sua bontà come di madre,
mi perdonerà se, più che scrivere, abbozzerò solo il mio pensiero.
Il 24 ottobre era l’anniversario della morte di don Guanella
Io voleva fare atto di ossequio a questo sacerdote che visse nello spirito di Gesù Cristo
per tanti infelici, e pensavo e desideravo in quel giorno venire a Como, sulla sua tomba.
Ma poi ho creduto di dovermi mortificare nel Signore,
e di inviare a Como il sacerdote [don Sterpi] che da oltre 20 anni mi rappresenta,
e mi fa procuratore anche legalmente.
Mio fine era che egli così vedesse il P., e sentisse se la proprietà era venduta,
e avesse l’ultima parola sul prezzo, in caso negativo.
Andare a Como appositamente poteva ora parere un corrergli dietro, -
così l’anniversario funebre di don Guanella giustificava o velava in qualche modo
l’incontro.
Così il don Sterpi vide rimessa la dicitura, stampata a nuovo
ed esposta al posto di prima, e vide lui.
E
seppe così che egli
non mi rispose più, perché vuole assolutamente
non un centesimo meno di L. 100 mila, come (dice) l’ha pagata lui,
e risulterebbe dell’atto d’acquisto.
P. S. Ho scritto assai più di quanto pensassi: perdoni tutte le mie sconnessioni
e gli sgorbi.
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