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 +       Anime e Anime

        [Tortona,] XV di maggio del [19]19


 Gentilissima sig.ra Celesia,


 Ricevo la sua con le sue decisioni, che, per ogni migliore loro intelligenza e norma,

comunico alle sig.re Cavallini, - tanto più che, come ella facilmente avrà intuito,

quella mia a lei diretta non poteva essere stesa a qual modo,

se prima non aveva la revisione e approvazione delle persone direttamente interessate.

 E ciò io dovevo fare anche a mio scarico, per non mettere una parola di più

di quanto le ottime sig.re Cavallini intendevano strettamente farle conoscere.

 Quanto alla persona addetta ai servizî della casa paterna,

desidero che nulla le si dia fuori del vitto, vestito e viaggio, come ho detto a principio.

Tanto più che ella, sig.ra Celesia, tiene colà il Robertino, il quale, senza l’aiuto di pietosi,

a quest’ora sarebbe morto di fame, poiché, benché orfano di guerra e di ambo i genitori,

non ebbe più qui assegnate dallo Stato che L. 7 mensili,

mentre il padre si battè da vero eroe, riportando la medaglia d’argento al valore.

 Ho saputo dalle Cavallini che il suo Guido è a Roma,

e mi era venuto il pensiero di interessarlo per il Robertino, onde ottenergli il sussidio

che di legge gli va; lei mi dirà se posso farlo.

 Ma intanto di questo ragazzo le Cavallini me ne fanno la più brutta pittura.

Mi dicono poi che ora ha rubato l’orologio della Adriana, confessa di averlo preso,

e non vuol dire dov’è e che ne ha abbia fatto. Così dell’Alceste mi si dissero

cose gravi assai, ora poi si rifiuta di andare al lavoro dal giardiniere.

Io non ho difficoltà veruna di ritirare Robertino, ma come ho detto all’Adriana,

non vorrei fare atto che potesse anche sembrare poco delicato, dato il momento.

 Dubito poi molto che le Cavallini intendano ritornare e questo dico chiaro,

onde lei, sig.ra, sappia bene regolarsi con la persona

che pretende penserà di mettere a sostituirle; ma più decisamente esse può essere

che si pronuncino dopo.

 Gradisca ogni mio ossequio.

 Tutto è grande ciò che è animato dal soffio di Dio e dall’amore degli uomini,

e Iddio tiene conto anche di ogni minima buona disposizione e desiderio.

 Di lei, gentilissima sig.ra, dev.mo


            Don Orione

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