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 [+]         Anime e Anime !

          Tortona, il 24 / 3 [1]928


 Nobile signora e buona figlia di Dio, [Maria Castiglioni ved. Benvenuti]


 La grazia e la pace del Signore siano con lei!

 Sono preso da qualche giorno da influenza e mi sono levato di letto per iscriverle.

 Dopo letta la sua lettera del 20, avrei desidero farle trovare a Roma

una parola di conforto, ma stavo male, da non poter neanche tenere aperti gli occhi.

 Avevo pensato ad un telegramma, ma, moralmente, non equivaleva

anche a poche parole scritte tutte di mia mano.

 Così mi pareva.

 Se avessi saputo che la mia le giungeva sul suo partire e nello stato d’animo

in cui ella doveva trovarsi nel lasciare Sanremo, luogo di tante care

e dolorose ricordanze, - certo non le avrei scritto.

 La premura che ho è perché non avevo prima avvertito che non ci fosse più

neanche un anno di tempo per entrare nella conduttura di quei terreni, e se -

come anch’io non dubito - la Colonia agricola si fa, intendo di fare una istituzione seria

che si affermi anche davanti alle Autorità competenti. Essa deve aprire un avvenire

onorato ai nostri orfani; ma deve, a parer mio, tendere anche più in alto,

in un orizzonte più vasto.

 E non è vana boria di comparire né per me né per lei, - lo creda,

ma è un apostolato nuovo di bene, che sento che Iddio vuole sulla plaga modenese.

 Bruci questo foglio.

 Sono un temperamento forte e scrivo in istile forte, ma ella, che oramai mi conosce,

non deve rattristarsene, ma deve sentire che è la lealtà, la sincerità, che mi porta a scrivere

come scrivo.

 Qualche anno fa mi opposi recisamente a che ella lasciasse la sua casa

e si ritirasse nelle Domenicane.

 Anche allora ella non se ne persuase, ma io so di avere agito da onesto

e da buon sacerdote.

 Poi le ho pure scritto un altro letterone, in altra circostanza, -

ma ella avrà ben compreso che sempre ho cercato il suo bene, e non altro interesse

che il suo interesse e quello della istituzione cui ha dato vita.

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 Quando le scrivo o parlo mi metto sempre alla presenza di Dio, -

mi figuro di stare davanti al piccolo tabernacolo della sua cappella

e di avere davanti a me suo marito e il suo bambino, e non faccio e dico nulla di cui Gesù,

suo marito e suo figlio non abbia a dirmi: Sì, fa così!

 Mi posso sbagliare, è vero, ma e chi non sbaglia?

 La coscienza però ce la metto tutta.

 E così Dio mi ajuti a camminare in avvenire!

 Quanto al sig.r arciprete di Magreta, non posso né devo, ora e per lettera,

entrare in merito alla situazione che tra la sig.ria vostra e lui si è venuta creando; -

però non bisogna mai correre nel voler mettere fuori e sbarazzarci di persone che,

pure con qualche loro difetto, hanno sostenuto l’Istituto e gli hanno fatto del bene,

e hanno indiscutibilmente lavorato pel suo sviluppo.

 E tanto più quando sono forze morali e Autorità.

 Io so che nelle ore del dolore più intimo e profondo, egli il sig.r arciprete,

ha sempre cercato di confortarla da buon padre, sia pure con quella scorza un po’ rustica.

 Ah signora! se penseremo in grande, anche i difetti scompariranno

nella luce della carità, cesseranno le ripugnanze, e ameremo tutto il bene, e carissimi

ci riusciranno tutti gli onesti mezzi e le persone, che non risultano positivamente disoneste,

per fare del bene.

 Del resto con la calma, la pazienza e la prudenza oh quante cose vanno a posto!

 Prego per la sua salute, e spero che a Roma, ove sono tante venerande Basiliche

e chiese con le veneran Sacre reliquie della Passione e tanti Corpi di santi,

ella riavrà la pace dello spirito e molte consolazioni spirituali.

 Don Sterpi oggi è a Novi, al Collegio S. Giorgio, - sta abbastanza bene.

 La conforto e benedico in nostro signore e nella santa Madonna.

 Preghi per me!

 Suo umile servitore


          Sac. Luigi Orione

          dei Figli della Div. Provv.

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