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[grafia d’altri]


         Anime e Anime !

         Venezia il VIII luglio 1924


 Caro Bertacchi,


Grazia, conforto e pace al tuo spirito da Gesù Signore dolcissimo e Padre!

 Giunto qui da due giorni, ho veduto ieri quella tua lettera a Callegari.

Era una tempesta preveduta e ho bene capito che là entro non c’era Bertacchi,

ma quel malo spirito a cui Gesù ha dichiarato guerra, in campo aperto.

 Non badare a ciò che t’è venuto di scrivere: io conosco da anni

le arti di quel maligno, che t’ha soffiato nell’anima la tempesta, e che ogni giorno,

pure seducente, adoprerà per arrestarti, per deviarti e per perderti.

 Prega e guardatene. Ma bada, caro mio figliuolo, che no è certamente Dio

nella tempesta, nell’agitazione, nello scoramento, caro Bertacchi: Dio è altro.

 Dio è luce, Dio è spirito di pace, di conforto, di serena e soavissima consolazione.

Ripartirò stasera per ritrovarmi qui il 20, festa di S. Girolamo Emiliani,

il Padre degli orfani. Poi il 21 comincio un po’ di ritiro in una villa vicino a Venezia,

insieme con alcuni sacerdoti nostri e dei cari giovani.

 Vieni anche tu, caro Bertacchi, ti aspetto.

Vinciti o, meglio, vinci il nemico, e vieni nel Signore.

 Non badare a quello che farai: nessuno ti obbligherà a nessun passo:

nessuno più che Don Orione rispetterà e avrà più riverenza per la tua libertà.

 Solo farai quanto Dio ti dirà. Tu ti raccoglierai nel silenzio e nella orazione

ai piedi di Gesù, la tua anima si raccoglierà intera, e lo splendore di Dio sarà sopra di te

e ti illuminerà e rischiarerà la strada.

 Iddio parla nella solitudine.

 Iddio vivifica, Iddio rischiara, Iddio conforta!

 Io non ho alcun dubbio, vedi, su ciò che Dio ti dirà, ma Egli parlerà al tuo cuore

direttamente, e ti libererà da ogni angoscia interiore, e ti infonderà una grande pace

e una virtù sovrumana. Vieni.

 Coraggio, mio caro Bertacchi! Vieni, che Dio ti aspetta.

 Nel silenzio, nella solitudine, nella preghiera Iddio ara e lavora le anime,

parla all’uomo, e si fa Maestro e luce che illumina.

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 Che se Gesù ti chiamasse a fare della tua vita un’agape di carità, in cui tu non farai

che offrire ai tuoi fratelli invece di prendere, e perché te ne dorrai?

e non è meglio dare che prendere?

 Che si può fare di meglio delle nostre lagrime, del nostro amore, dell’intelligenza,

della vita, del sangue che una consacrazione a Dio, e un olocausto

per la felicità degli uomini nostri fratelli?

 Che vi è sulla terra di meglio e di più sublime?

 Ascolta, o figlio, e apri il tuo cuore a questa aspirazione,

e riviva in te Cristo Crocifisso e Sacramentato nella divina carità per le anime.

 Vado pregando per te la Madonna, e ti ho posto nelle sue sante mani di Madre.

 In questi giorni lascia che ti invii qualche cartolina di saluto e di conforto.

 Ti benedico in Gesù Cristo, e ti mando vicino ogni tanto il mio Angelo

a darti consolazione e ad animarti nel Signore.

 Tuo aff.mo


        Sac. Orione  della Div. Provvidenza

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