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 +        Anime e Anime !

         [Tortona] 6 agosto [19]19


 Caro prevosto e amico, [Don Fausto Bianchi]


 Ricevo la sua lettera del 2 corr. solo stamattina, perché sono giunto a casa jeri sera.

 Quanto al suddiacono don Enrico Bariani nè io nè altri hanno alcuna prevenzione

contro di lui, è con sua zia solamente mi sono lamentato che egli col suo contegno

non mai scrivere lasciasse dubitare della sua vocazione, era un lamento con una zia

che gli può essere madre ed un lamento che ripeterei ancora oggi perché e non un’offesa,

Egli in cosci se basterà che egli metta una mano alla coscienza sa, del resto e sentirà

che era lamento giustificatissimo: se xx io non amassi il suo bene, non avrei sentito

dispiacere del tale suo contegno. Se oltre al modo di fare. Non c’è da offendersi.

 Io non ricordo da quanti mesi non ho ricevuto una lettera o una cartolina da lui.

Se la zia ha detto altro Sarebbe poco do onesto voler ora prendere per a pretesto

un lamento pieno di affetto in X.sto, o qualche parola di sua zia. Quanto alla sua

ordinazione Quanto a lui, io non ho alcun’altra alcuna prevenzione a suo riguardo;

ho chiesto per lui l’esonero, e non gli fu mai concesso perché non per mancanza mia,

ma perché egli è ufficiale si è messo in quel posto, ed la cosa era prima impossibile

ottenergli l’esonero. All’ultimo mio ricorso, in data 15 luglio, mi portò la risposta

domenica sera alla Stazione Termini di Roma il Cav. Possenti segretario particolare

del Barone Monti direttore gen.le del Fondo Culti, assicurandomi che era stato concesso,

come addetto il don Enrico Bariani a questo Istituto delle Missioni Estere, ma la pratica,

per giungere a destinazione, avrà bisogno di qualche settimana.

 Quanto alle ordinazioni, io più ho certo un grande bisogno io di avere

dei buoni Sacerdoti che forse in ajuto; e il Don Enrico sarebbe già stato ordinato,

Ma Egli sa i motivi per cui non potei farlo ordinare La Sacra Congregazione Concistoriale

però e il Diritto Canonico esigono che chi ritorna dal servizio militare sita...........

mascherare una possibile sua apostasia.

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 Quello che io doveva dirgli io glie l’ho detto e glie lo ho scritto e gliel’ho detto

ma sempre con ogni amore e sincerità tutta lealtà come a un figlio dello spirito

e gli ho pur fatto conoscere il dispiacere che io profondamente ho provato per lui,

e il mio dolore di non averlo potuto ordinare prima, per cause indipendenti affatto da me:

(che ne parlai anzi fino al S. Padre), ma non totalmente indipendenti da lui.

Se egli prima d’ora non fu ordinato, lui lo sa, fu per me una grave mortificazione

e uno dei più acerbi dispiaceri - mentre ne avevo ottenuto il permesso pure dal Papa.

 Io non ho alcuna prevenzione a suo riguardo, pure ritenendo che un suddiacono

e un buon religioso avrebbe dovuto tenersi ben più unito ai suoi superiori, e non

né un suddiacono doveva passare dalla Sanità ad un’altra arma combattente

senza almeno dirne dire una parola ai suoi superiori.

 Egli doveva sentirlo..

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