V042T078 V042P082
[l’azzurro corsivo è grafia di terzi]
+ Roma, 23 II [19]17
Molto rev.do don Moretti,
Rispondo alla vostra lettera inviatami da Tortona.
I/ Non potevo non approvare i provvedimenti di mons. vescovo
che non andaste più in convitto, anche perché esisterebbe ora uno scritto a vostro carico,
che aggraverebbe di molto la vostra responsabilità. Sarebbe una testimonianza scritta
che le basse calunnie le andavate facendo voi, come siete venuto voi a Tortona
a fare le turpi denuncie.
2/ Vostro dovere come uomo e come sacerdote è ora di ritrattare quanto di falso
e di disonorevole avete detto, se non volete costringere, suo malgrado,
un vostro fratello sacerdote e già vostro superiore a dover chiedere in forma regolare
alle Curie di Ventimiglia e di Lucca che si apra un processo canonico, o che gli si rilasci
l’autorizzazione per adire a questi, o ad altri tribunali.
Il don Cribellati non teme i tribunali ed è suo elementare dovere andare in fondo
alla cosa e tutelare in tutti i modi legali, la sua illibata condotta e il buon nome suo,
del Sacerdozio e dell’Istituto, del quale è Direttore.
3/ Se ci fosse stata malevolenza verso di voi egli avrebbe potuto prendere
ben altra strada. L’avere rimesso la cosa nelle mani del vescovo,
mi dice lo spirito cristiano onde è animato.
4/ Quanto a ciò che si riferisce a ms - non si offende un sacerdote
quando lo si prega di produrre i suoi titoli di credito o le sue ragioni al vescovo,
che è il padre dei sacerdoti nella diocesi. Nel caso nostro poi, rev.do don Moretti,
l’umiliazione sarebbe la mia, poiché io sarei il debitore e non la vostra.
V042P083
Se dunque non volete pei nostri conti adire al vescovo, vogliate inviarmi qui
la lettera mia, o copia, con cui dite che mi obbligavo a darvi del danaro
e insieme mandatemi la nota di quanto, secondo vostra coscienza, io vi dovrei.
Desidero che ogni partita con voi sia quanto prima chiusa.
Non posso darvi una somma, come voi mi chiedete, se prima non ho visto
ciò che realmente vi si dovesse. Non intendo ritenere un centesimo del vostro
piuttosto ne farei elemosina.
Prego Iddio di assistervi e di perdonarvi, come, per i dolori che avete dati a me
ben di cuore vi perdono.
In G. C. e Maria SS.
Servitore e fratello
Sac. O. L.
V042P084
[minuta]
+ Roma, il 23 / II [1]917
Borgo Pio I02.B
Molto rev.do don Albino Moretti,
Ho ricevuto qui la v/ lettera del 14 corr., che mi avete inviata a Tortona.
E rispondo:
1/
Esiste Ho sentito che
esiste ora uno scritto che sposta
di molto le cose da voi
dette
a me a Tortona, per cui voi sareste quello che andavate aggraverebbe
di molto
la
vostra posizione e responsabilità penale;
io quindi non potevo non approvare
il giusto provvedimento di mg.r vescovo che ordinò che voi non metteste più piede
in collegio.
Quello
scritto, ripeto se
vero, sarebbe una grave testimonianza scritta contro di voi,
che andavate facendo denuncie e spargendo vili calunnie. Come avete fatto con me.
2/
Non 2/ Non e
2/
Vostro dovere e come sace
uomo e come sacerdote, è di ritirare parola per parola
quanto
avete detto, e non costringere un altro
vostro fratello sacerdote, che si vede coperto
delle più turpi nefandezze, a chiedere a Lucca l’autorizzazione di procedere...
[c’è altra minuta non digitata]
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