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I giugno 1920
Da leggersi a don Ricci e da rimandarmela
Caro don Ricci,
Vi scrivo da fratello: come voi stesso vorrete riconoscere
non sempre la vostra condotta fu tale da darmi delle consolazioni.
Caro don Ricci, io mi aspettavo da voi una vita più mortificata, più di lavoro,
più sacerdotale. Non mi è più possibile, caro mio fratello in X.sto, lasciarvi ad oziare costà,
e dove ogni tanto trovate modo di sregolare nel bere.
Oh! io veramente vi voglio bene nel Signore, e quanto ho mai sofferto quando seppi
che voi eravate sempre quello, e che anche le buone suore non intendevano più che andaste
a celebrare da loro!
Ho
oggi il dolore, sì, proprio il dolore di farvi
dovervi far conoscere
che non mi è più possibile ospitarvi nelle Case della Divina Provvidenza.
Resteremo sempre buoni amici nel Signore, o caro don Ricci, e vi assicuro
che sempre voglio pregare per voi; spero che anche voi vorrete fare lo stesso
per la povera anima mia e per i miei cari orfanelli.
Io, davanti a Dio, sono, certo, più peccatore di voi, e lo sento bene, e per questo
chiedo la carità delle vostre orazioni.
Non vi fisso il giorno della partenza, giorno più o giorno meno fa lo stesso;
ma nei giorni che resterete, fatemi il piacere di non bere più vino, né in casa né fuori,
e pregate, e non vivete in ozio: piuttosto prendetevi una vanga o una zappa e santificate
la vita anche col lavoro manuale.
Non offendetevi che vi scriva così; credetemi, assai assai io vi amo nella carità
di Gesù Cristo Crocifisso.
Amerei per altro, che, entro il 15 corrente, vi foste ritirato.
Al vostro vescovo che vi ha affidato a me, farò una comunicazione in tale forma
che non ne sarete malcontento; voi capite che pure la dovrò fare a scanso di responsabilità
e per dovere.
Coraggio, caro mio fratello in X.sto, mettiamoci a dare buoni esempi
di vita sacerdotale, e pensiamo sul serio a salvare le anime nostre e quelle dei nostri fratelli.
Vi abbraccio con l’antico e immutato affetto, e vi sono nel Signore
e nella Madonna benedetta.
Dev.mo
Sac. Orione Luigi della Div. Provv.za
V042P115
[minuta]
+ 1 giugno [1]920
Caro don Ricci,
Ho avuto dispiaceri dalla vostra condotta, ho il dispiacere di dovervi far conoscere
che non mi è più possibile ospitarvi nelle Case della Divina Provv.za.
Noi resteremo sempre buoni amici nel Signore, ed io pregherò sempre per voi,
caro don Ricci, come spero vorrete fare voi per l‘anima mia e per i miei poveri orfanelli.
Io
non Non vi fisso il giorno, giorno più o giorno
meno, ma, fa lo stesso,
però
entro il 15 corr., vi prego, ad ogni modo, che vi
ritiriate vogliate ritirarvi.
Uguale
comunicazione faccio farò
al vostro vescovo ché declinare ogni
responsabi
vi
volle perché vi sono obbligato, avendovi egli a me
affidato, e per declinare
ogni
responsabilità faccio farò
in modo da ajutarvi, caro don Ricci, per
tutto quello che,
nella
carità fraterna, mi è sarà
possibile.
Che la SS. Vergine ci ottenga la grazia di dare sempre buoni esempi
di vita sacerdotale, e ci faccia santi e gran santi.
Vostro aff.mo in X.sto
Sac. Orione della Div. Provv.za
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