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 Mio carissimo cugino,


Vengo Q Chi ti presenterà questa lettera è uno dei miei il mio più caro amico,

persona di grandi virtù sacerdotali e della quale di cui io ho la più grande fiducia,

conoscendolo da lunghi anni per il bene che egli fa, e che fa fatto, per la sua vita

di amore di Dio e di sacrificio anche qui a Castelnuovo per parecchi anni.

 Egli in una in questi giorni, parlandomi in confidenza mi ha aperto il suo cuore

pieno di amarezza per quello che gli tocca capita, dovendosi presentare da te,

e perché chiamato a rispondere dei danni civilmente dei danni per le turpitudini commesse

da certo Guidi dell’Istituto Scriffignano, del quale veramente egli si occupò

per fargli del bene, mai più pensando di dovere poi avere tutti questi dolori.

 Senti, mio caro cugino, io vengo a te, e ti prego con tutto l’affetto che ti porto

di liberare questo povero sacerdote che non ha fatto fa che del bene e di confortarlo

perché egli ha già male di cuore, e se mai gli gli è morta sua madre da 15 giorni,

e se si ammalasse tante centinaja di poveri bambini che egli mantiene insieme nelle

con una vita di grande, immenso lavoro e sacrificio si troverebbero abbandonati.

 Vedi quali danni gravi ne verrebbe a Lui, se xxx morali e materiali,

se mai fosse condannato, essendo persona conosciutissima al q che al quale lo stesso

S. Padre ha ora affidato una nuova parrocchia nei nuovi quartieri di Roma,

dove tiene Tre Istituti e il Manicomio.

 Senti, caro cugino, tutto, quello che farsi per Don Orione io lo rit avrò

come fatto a me stesso, essendo egli proprio il mio caro e intrinseco amico.

 Io po

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