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          [Messina] 21 / XI [1]911


 Caro Capone,


 Ho ricevuto la tua lettera.

 Immaginati con che piacere io ti vorrei appagare nel santo desiderio

che tu mi hai espresso, e proprio nella festa della Beata Madre Immacolata,

che è la festa dei messinesi. Ma, figlio mio, che gioverebbe mai l’abito esterno,

se poi mancasse la vita interiore e la vera pratica dell’abito religioso cioè le sante virtù?

 Io ti esorto con affetto di padre a cercare la sostanza della vita e non l’apparenza,

sai cosa dice il proverbio: che non è l’abito che fa il monaco.

Certo però che il buon monaco sa portare con onore, e fare amare e rispettare

con la sua virtù il s. abito.

 Io non ho avuto troppo buone notizie della tua condotta; non che sii cattivo

ma forse non ti sei sempre dimostrato tale di meritare di essere vestito così presto.

Però potrai, spero, essere vestito presto se i tuoi superiori mi scriveranno che sono contenti.

 Prega la SS. Vergine, e Iddio ti benedica e ti conceda che presto possa soddisfare

la tua domanda.

 Riveriscimi il direttore, il ch.co Pensa, gli eremiti, Salvatore e salutami i giovani.

 Tuo aff.mo in G. Cr.


          Sac. Orione  d. D. P.


 La Rosa Antonina è sempre gravemente ammalata, essa ti saluta e ringrazia

con tutta la sua famiglia.


 P. S.  Se i tuoi superiori mi pregano di vestirti per l’Immacolata, io ti accontenterò.

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