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Lettera da conservarsi
+ Anime e Anime !
Tortona, il 20 marzo 1926
Caro Ermiglia,
La grazia di Nostro Signore e la sua pace siano sempre con te!
Ricevo la tua del 15, come avevo già ricevuta l’altra che mi hai scritto,
dopo la mia visita a Bra.
Fu massima costante di tutti i Santi di stare lontani dai parenti.
Dio ci vuole tutti, e non per metà: e ogni cosa che sappia di carne e di sangue,
vale per iscemare la nostra carità e unione con Dio.
Tu, o figliuol mio, devi lasciare, per ora, ogni pensiero di andare a Sanremo,
e anche ogni pensiero d’interesse temporale, per essere tutto di Dio. E devi convertire
gli affetti naturali verso la tua mamma e fratelli in affetti soprannaturali e spirituali.
Ti faccio depositario del mio pensiero al riguardo dei nostri rapporti,
e del modo da comportarsi e da tenere con i nostri parenti. = Nessuno di noi può andare
a casa unicamente per la consolazione di rivedere i parenti.
Il servizio divino della nostra Congregazione ne soffrirebbe molto,
(e potrei citare casi recenti e in corso), se noi Figli della Divina Provvidenza
ritenessimo di poter andare alle nostre Case o per passarvi delle vacanze
o anche per consolazione dei parenti.
I nostri stessi di famiglia - cioè i genitori e fratelli - devono, col divino ajuto,
farne il sacrificio, se vogliono essere veri discepoli di Gesù Cristo.
Noi dobbiamo imitare San Francesco d’Assisi, distaccarci dai nostri, e dire,
e poter dire come Lui: Deus meus et omnia
Chi vuol essere discepolo di Gesù Cristo, si stacchi santamente dalla famiglia,
secondo l’esempio e l’insegnamento di Gesù Cristo stesso.
Le parole di Gesù son troppo chiare: «Nessuno può essere mio discepolo,
se non abbandona ed odia santamente i parenti, e se non rinunzia a tutte le cose».
Quelli che credessero di trovare una strada di mezzo sono illusi dal demonio.
Gesù Cristo non l’ha insegnata.
Tu dunque, caro Gigetto, saprai, con la divina grazia, fare il tuo olocausto,
poiché le relazioni - e specialmente l’andata in famiglia è e sarà sempre per un po’ d’anni
un legame ed un ostacolo alla tua perfezione religiosa; anzi Sanremo per te costituisce
un
vero pericolo, per quanto tu stessi
stia in casa o a San Romolo.
Dai ascolto a Don Orione, che ti è vero padre in X.sto. Ti raccomando la preghiera
e il lavoro cioè la scuola. Ti benedico, e ti metto nelle mani della SS. Vergine. Tuo aff.mo
Sac. Orione d. D. Pr.
P. S. Prego Don Cremaschi di valersi dei criteri esposti in questa lettera
per informare lo spirito dei Chierici e giovani che sono e saranno alla Moffa.
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