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Riservatissima
+ Anime e Anime !
Roma, Sant’Anna presso il Vaticano,
Borgo Pio 102 B - 26 giugno 1913
Mia dilettissima madre in Gesù Cristo,
Ho ricevuto qui la sua sempre tanto gradita lettera, inviatami a Tortona il 23 corr.
Per la mia cara provincia di San Diego, e soprattutto per mantenere o accrescere
in
essa tutto il pieno
l’attaccamento alla
più pura dottrina cattolica: allo spirito e
all’indirizzo
voluto dalla Sede Apostolica e
dal S. Padre, mi pare che col divino
ajuto,
non farei solo quanto la signoria vostra mi dice, ma andrei pur ancora a piedi nudi
sui
carboni accesi ardenti.
Se
con col il
modernissimo e anche
col semi-modernismo non si finisce, si andrà,
presto
o tardi, o al
protestantesimo, o ad uno scisma nella Chiesa, - che sarà il più
terribile
che il mondo abbia mai visto!
Penso
anch’io che sarebbe danno
gravissimo danno per la ricostituita provincia
di
S. Diego che se
l’ottimo P. Ludovico non venisse rieletto: e oserei dire che detta
provincia
non meritava di essere ricostituita. Poiché la
sua questa non elezione avrebbe
un
significato morale troppo doloroso, troppo disastroso per le
sue conseguenze. sui
giovani
Padri.
E una volta che il veleno del modernismo sia entrato nelle ossa dei giovani padri,
esso
è come peggio che la
disonestà: difficilmente si caccia, e ci vuole
un miracolo
Ma,
a parte il principio
anche pel solo per buon
senso anche solo
e per grato animo: per
quanto cioè P. Ludovico ha sofferto: per quanto egli ha fatto per la provincia, merita di
essere riconfermato. - Io non avrei difficoltà veruna di parlare al Santo Padre come lei, o
mia
venerata benefattrice e vera madre dei Figli della Divina
Provvidenza, mi scrive; di
fare
ma non posso ora fare questa
parte. col Papa
né con altri.
Ed io ho un suggello terribile alla bocca, per cui non mi posso davanti a lei neanche
giustificare,
perché del motivo per
cui non posso è
conveniente
che
fare faccia io questa
parte.
Io col Papa sono sempre come prima, e anche di più; ma sono in una posizione
delicatissima per P. Ludovico, che non posso al momento muovermi in suo ajuto.
Non
posso dire di più Lei che mi conosce, e sa quanto
amo e stimo P. Ludovico,
mi vorrà scusare. Che se la sua lettera, è stata, come penso, ispirata da P. Francesco, lei
potrà fargli leggere la presente, ma questa mia non deve uscire dalla sua casa,
e lei o la abbrucierà
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subito, (e me lo farà sapere), o me la rimanderà a Tortona in busta raccomandata:
io ne avverto don Sterpi che la trattenga. Solo la pregherei di informarmi qui che cosa
intendono di fare i Padri dell’antico stampo per impedire che i meno scrupolosi verso
il modernismo abbiano il sopravvento, e non vorrei che facessero dei passi di qualche
gravità, senza che io lo sappia, perché avrò modo di poter dire loro qualche parola
per loro regolarsi. Io scriverei a lei.
Chissà che il teologo non possa fare qualche cosa, parlando a
¨