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[Messina] 6 maggio 910
Illustre sig.r. Direttore del manicomio
Roma
Le
domando scusa Mi voglia scusare di aver tanto tardato
a rispondere alla sua;
speravo
di venire in questi
giorni a Roma, e preferivo intendermi a voce.
Non
essendomi ciò
possibile, La prego di
le piaccia prendere in considerazione
quanto
segue e
di compiacersi sono
sto per
le sottopongo con preghiera di darne
porne
a
conoscenza all’on.le
sig.r Presidente.
Quando
fui venni richiesto di
provvedere al servizio religioso del manicomio
di
Roma feci subito mi
limitai a far osservare come loro
risulterà lo dagli
atti di codesto
archivio, che, pure non aumentando di nulla lo stipendio del cappellano, poneva
la
condizione che i sacerdoti fossero due, poiché il nostro istituto
non suole tenere
assumere in cura
d’anime con cure
spirituali meno di due sacerdoti, eccetto che
l’autorità
ecclesiastica superiore non disponga diversamente.
E
infatti si combinò
stabilì così; anzi pel vitto che il
manicomio passa al 2do
cappellano
so che furono poi anche dedotte diede
lire 400 annue, se non sono di
più,
dallo
stipendio antico che si dava prima
all’antico cappellano
di prima, Mg.r Crocicchia;
e fu cambiato ai cappellani il vitto, dandolo inferiore di quanto si passava a lui.
Né io ho opposto nulla per tutto questo.
Ora
sarebbe mio desiderio, finché non sia terminato il periodo di tempo
[convenuto] per cui mi sono impegnato e
credo che sia siamo
quasi alla fine, che le cose continuino
permangano
come andarono sin qui per patti
convenuti secondo le condizioni. fatte;
poi
dopo
li Sig.r Presidente
Farà
Faccia pure quello che egli
crederà meglio; Egli allora voglia
avvertirmi, e noi,
al
caso, ci ritireremo da
sempre buona amicizia
in buoni rapporti come furono
si fu sin qui.
Del
resto in qualunque modo codesto sig.r. Presidente decida, però
la pregherei,
gentilissimo
sig.r Direttore, di farmi tenere una parola, poiché
non vorrei che codesti miei
sacerdoti
fossero esposti a mortificazioni che credo non meritino
per mia norma.
Con ogni ossequio.
Suo dev.mo servitore
Sac. Luigi Orione
¨