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+ Bs. Aires, 4 febbraio 1937
Caro Mg.re e amico,
il Signore sia sempre con noi!
Ho ricevuto e ho tanto gradito la tua lettera.
Mi hanno fatto piacere le buone notizie, ma, soprattutto, di saperti in salute:
ah la salute è un gran tesoro!
Scusami il ritardo a risponderti e la brevità. - Purtroppo non m’è stato possibile
accompagnare tuo fratello da sua Eminenza, allora ho mandato avanti una lettera fervida,
dove dicevo al Cardinale che avrei avuto come un gran favore fatto a me,
quanto egli avrebbe fatto per i tuoi. Ed ho saputo che ha preso la cosa a cuore.
Non badare, se non ha ricevuto tuo fratello: - è suo uso, fa così:
anche con chi portava lettere di altri eminentissimi.
Mi risulta che, dal suo segretario privato fece scrivere direttamente al Ministro,
e una lettera molto buona. È veramente un padre e un grande Cardinale,
nella sua immensa modestia e virtù. Speriamo bene!
Da parte mia farò, nella mia meno che pochezza, quanto potrò.
Quanto al tornare, come mi scrivi, ho ben detto che spero di tornare, ma poi non so:
voglio stare tranquillo nelle mani della Div. Provvidenza.
Vorrei amare il Signore e la Madonna e morire da buon figlio ai piedi
della santa Chiesa, ma poi morire lì, morire qua fa lo stesso, non ti pare,
caro don Ruggero?
Se Natale ti avesse scritto la ragione perché non ho potuto andare insieme con lui
dal Cardinale, - ti pregherei di tacerla; comprendi che la lontananza accresce i timori,
e i miei hanno già tanti dolori, - ultimamente anche la morte del don Adaglio.
Ora poi sto bene, grazie a Dio, ma potrebbero dubitarne. Lascia che ti abbracci
in Domino, caro don Ruggero; ti ricordi di don Alvigini? Chissà che presto non vada
con lui? Gli porterò i tuoi saluti.
Prega, prega sempre pel tuo aff.mo in X.sto
D. Orione d. D. Pr.
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