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[+] [Tortona,] 10 dicembre 1932
Rev.mo Padre Bitelli, Rettore del Pontif. Collegio Leoniano di Anagni,
Mi
fo’ doverosa premura darLe
le informazioni dare
alla paternità vostra
le
informazioni che ella mi chiede. con la
Sua del 7 corr. m.
Il
giovane Ernesto Di E. D. R.
di cui nella sua del 7 corr. m. fu dimesso da questa
Congregazione
per atti indegni
libidinosi con terzi e corruzione e
per ripetuta corruzione
di
minorenni, mentre egli era loro Assi
mentre egli era abusando del suo ufficio di prefetto.
Mi
spiace dover dire
dichiarare che non sta ve affatto
vero che io abbia detto
a Monsignor Cottafavi, che egli lo poteva ricevere in diocesi.
Monsignor
Cottafavi me ne parlò dopo che
per accidens, e presente al
il chierico
era
già era stato accettato, e giâ
qui si trovava in codesto Collegio Leoniano.
Però
tempo prima, ma io, ho
fa che già avevo scritto
a dovuto rispondere negative
ad
un sacerdote a di
Reggio Emilia, va chi
che suppongo che pi sia
lo abbia
passato poi
quello che lo raccomanda a sua Eccell. Mg.r Cottafavi.
Non
ho affatto approvato che Mg.r Cottafavi ed
sua risposta che, des lo avesse
ricevuto e, secondo i sacri Canoni, desideravo essere interrogato,
a scanso di responsabilità.
Interpellato
poi dal Vostra Paternità
Rettore di codesto Collegio, credo sia la stessa
paternità
vostra, da se ritenevo
che il giovane potesse essere ammesso agli ordini, data
la brevità del tempo, ho risposto con telegramma che non intendevo far piangere la Chiesa,
già avevo dovuto piangere io.
Venni
poi a conoscere che egli tentò
di cercava di avere dai
miei Istituti attestati
di
buona condotta; - e può
darsi anche che ne abbia
sia riuscito ad averne, qualcuno,
sorprendendo la buona fede di qualcuno; si capisce che non tutto si può dire
o si
lascia mette a
conoscenza di tutti.
Da
parte mia, graviter onerata mea coscientia,
sento, pur con vivo dolore,
[dolore]
che non dovrò mai dare parere favorevole, perché possa ricevere gli ordine sacri.
¨