V043T237 V043P241
Egregio Signor Tambornini,
In risposta alla vostra del 5/11, mi permetto di farvi osservare quanto segue:
I A tutti i giovani convittori dell’anno scolastico 98-99 fu imposto, avanti che partissero
per le vacanze che, qualora avessero inteso di ritornare per l’anno scol. 99 - 900, giunti
a casa ne avessero fatta regolare domanda, col visto del proprio padre, o di chi ne faceva
le veci, - non bastando a noi la domanda a voce che poteva venirci fatta dai figli, mentre,
come occorse negli anni passati, tante volte poi avveniva diversamente
da ciò che i figli dicevano.
Si è detto ripetutamente che chi non avesse fatta detta regolare domanda, non solo
non si sarebbe più ammesso a pensione diminuita, ma si sarebbe pure messo al pericolo
di perdere il posto, anche pagando intera pensione, - non avendo noi a nostra disposizione
che un dato numero di posti, e non di più.
Il sottoscritto, ai primi d’ottobre, ha scritto a v. sig. per avvertirla che suo figlio
non aveva fatto la domanda richiesta, e anche domandava da lei una parola con cui sapere
se dunque non intendevate più di farlo continuare a studiare.
E
si vi faceva questa
domanda per la semplice ragione che Lei
non essendo voi già
in
regola con l’amministrazione, qui si dubitava di
fatto assai che non
intendeste
mandare
più il vostro figlio,
per non far debiti sopra debiti.
Quanto
all’avviso da Lei voi
ricevuto il 14 ottobre, mi sento in dovere di dichiararvi,
in fede di sacerdote, che quello non era già il primo avviso,
(ma
giâ come vi Le dissi
più avanti, vi fu scritto perché)
Ed ora conchiudo: a vostro figlio abbiamo fatto del bene, né ce ne rincresce.
Noi sappiamo d’avervi avvertito, né a tenore di legge eravamo obbligati a mandarvi
una
lettera assicurata: per
voi dite che non volete pagare, e...
¨