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[+] [Tortona,] 2 sett.bre 1933
Rev.mo P. Luigi Cesarie, Superiore gen.le dei Giuseppini,
Riferendomi a gradita sua del 29 agosto, non avrei detto al P. Angelo Zia
di accoglierlo in questa piccola Opera, - ché, anzi, ho esposto le ragioni per cui
non
avrei potuto mi è
possibile accoglierlo.
Solo
gli dissi che, qualora non
nulla pendesse nulla di
penale contro di lui,
e le
ragioni per cui viene dimesso dalla sua Congregazione mi
risultassero non di indole
delicata, da non poter stare ove sono ragazzi, lo avrei potuto, in via provvisoria,
accogliere come un oblato, in attesa di un Vescovo benevolo che lo incardinasse,
o durante le pratiche per essere ammesso in un ordine di penitenza. Questo dissi a lui.
Che
se anche V. paternità poi dico
sento di voler dire che qualora se ella oggi
o
domani, si trovasse in condizione
momenti da non poter tenere il don Zia, in
o qualcun
altro
in una casa della sua Congregazione, sono
disposto a dirgli per quella carità fraterna
che
deve unirci, sono disposto a dar loro ricetto,
in via in qualche nostro eremo,
fuori del mondo, sino a che ella crederà in Domino.
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