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 [+]         [Tortona] 29 sett.bre 1933


 Distinto Signor Morassuti,


 La grazia di Dio e la sua pace siano sempre con noi!

 Ricevo la gradita sua, e la ringrazio.

 Ecco di che si tratta: a Roma ho visto ripetute volte l’Ing.r Manetti, il quale,

a mezzo del Conte Aluffi, per lettera mi aveva fatto chiedere un aiuto trovandosi

in momenti di gravissimo bisogno.

 La prima richiesta avveniva prima che andassi ultimamente a Roma,

un mese e mezzo fa.

 Io mi trovavo e mi trovo impegnato per un acquisto a Genova d’uno stabile

L. 1.650.000 (ho versato L. 1.000.000) - per altro stabile a Milano per L. 500.000,

tutte versate.

 Più, sto edificando altro istituto a Genova, a Tortona, a Villa Romagnano, -

tutto per i poveri, che sono i tesori della S. Chiesa e le pupille di Gesù.

 Più altre forti spese in vista: una lavanderia a Genova per 3.000 poveri, -

rilevo quella della Navigazione Gen.le, un forno etc.

 Oggi stesso c’è che stringe a Genova il contratto per la lavanderia (macchinario),

solo lo stabile che dovrò alzare per essa fu preventivato in L. 180.000.

 E taccio di tante altre spese: - confesso che io stesso non so come si stia in piedi.

 Ora la somma che il Manetti aveva fatto chiedere, io, per più motivi,

non potevo darla.

 Provengo da umile famiglia, e, ciò che ho, è tutto dato da benefattori per determinate

opere o perché vada in tanto pane per orfani o per i poveri più abbandonati.

 Giunto a Roma, 15 giorni fa, vidi il Manetti, che mi fece proprio compassione.

 Ma, per disposizione di Dio, in quei giorni anch’io mi trovai sbalestrato, poiché

mi venne meno un aiuto forte promessomi, per cui già mi ero vincolato e sono vincolato.

 Un giorno l’Ing.r Manetti mi disse se io non potevo almeno rivolgermi a lei

per ottenergli un prestito di L. 5.000.

 Nel primo momento ho risposto: - ma che dirà il Sig.r Morassuti,

che neanche mi conosce? -

 Tanto più poi che il Manetti mi pregava di non fare affatto

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il suo nome, ma di limitarmi a dire: - persona che ha dato tutto stessa all’halesismo,

trascurando gli affari suoi e rinunciando ad impiego remunerativo per la causa halesista,

si trova in gravi angustie e avrebbe bisogno di un prestito di L. 5.000, etc.

 Il povero Ing.r Manetti credo sia minacciato di sfratto e che si soffra

anche in famiglia; io

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