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 [+]         [Tortona] 7 ottobre 1933


 Caro Padre Di Lorenzo


 Le chiedo scusa del ritardo a rispondere alla gradita sua del che mi rivolse

il 17 sett.bre, per onde avere notizie circa le beneficenze esercitate da S. S. Benedetto XV,

a favore della sfortunata Marsica, in occasione del terremoto.

 So che quel Papa, dal cuore veramente pieno di carità, dava a tutti dava sempre

e senza misura; - ed ho sentito udito che, anche pel terremoto della Marsica,

ha largheggiato molto tanto. Per la casa terremotata dell’Abruzzo, In quella luttuos Come

ricord Come pel terremoto Calabro-Siculo ero delegato del «Patronato Regina Elena[»]

per gli orfani a causa del disastro; - avevo vitto per essi e per me, viaggi gratuiti,

franchigia postale e telegrafica. Non ho avuto alcun sussidio dal S. Padre,

perché nulla mai gli ho chiesto, e non ne avevo bisogno.

Riservato

 C’era però un’intesa tra il delegato Pontificio pro orfani e me: ho indirizzato

a Roma, ad istituti religiosi maschili e femminili, quanti più orfani e fanciulli derelitti, o,

in qualche modo, bisognosi di ricovero, anche temporaneo, per toglierle a pericoli

specie le ragazze: - ne mandai dico quanto più ho potuto, - a vagoni! E la grande carità del

Papa faceva trovare le porte degli istituti religiosi sempre aperte, e pagava lui, - o, certo,

molto lui ha dato. Il delegato pontificio comm. re Prof.r Giuseppe Fornari,

ufficiale alla Dataria, potrà informare. Sua Santità mi confortò, nel lavoro e tra le amarezze

di quei giorni, con parecchi telegrammi consolatissimi, e un giorno mi mandò Mg.r Attilio

Bianchi, suo cameriere segr., a portarmi la benedizione apostolica. E mandò anche un

bellissimo altarino, pressappoco come quelli poi da campo, - perché, come lei sa, caro adre,

si diceva la S. Messa in baracca; - e, nei primi giorni, neanche si poté celebrare,

si era sotto una piccola tenda con acqua quasi continua. Ma il Signore era con noi,

e si andava lo stesso, e non si sentiva né freddo né acqua né distanze, perché Gesù

era con noi, e ce lo sentivamo vicino e dentro e fuori, e in tutti quei poveri era Gesù.

E anche il danaro non mi mancava, e ce n’era sempre per tutti i bisogni

e per tutti i bisognosi. Poi sono anche andato dal Santo Padre, ma non avevo bisogno

chiedere, - e avrei anzi avuto scrupolo e vergogna di prendere danaro, tanto

se anche avesse voluto darmelo più che, a dirle tutto, - e forse la farò ridere, -

ho sempre avuto l’impressione che il Papa, - qualunque Papa fosse, -

con tanti impegni che ha, con tante miserie da soccorrere,- sia più povero

di questo poveraccio che le scrive. La pagina non ha più spazio e finisco anch’io.

 Caro Padre di Lorenzo preghi sempre e tanto pel suo aff.mo


          Sac. Orione  d. D. Pr.


 P. S. - Sono lieto poterle assicurare che verrò al Congresso Eucaristico Intern.le

di Buenos Aires, Deo adiuvante.

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