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[Venezia,] 22 Febbr. [192]6
+ Anime e Anime !
Caro sig.r arciprete e amico, [don Angelo Ascagni]
La grazia e la pace di nostro signore Gesù Cristo siano sempre con noi!
Se Don Orione si trovasse in gravi necessità, potrebbe il caro arciprete di Arena Po
dargli una mano?
Si potes, adiuva me, et merces tua magna nimis in Domino.
Grandi benedizioni le tiene preparate Iddio in tempore et in aeternitate!
Oggi vado a Tortona, dove dovrò fare i conti col panettiere
e con parecchi altri creditori, che aspettano...
Verrei anche ad Arena Po a farle breve visita, se mi scrive di venire.
Ho pregato la Madonna e m’è venuto in mente di rivolgermi a lei,
caro don Ascagni. Ho fatto male?
Credo di no, e scrivo con fede in Dio e con fiducia in lei.
Ajutando quest’Opera di Div. Provvidenza, che è nata in diocesi e si è già dilatata
anche fuori d’Italia, lei si prepara molti meriti. Certo meglio farsi del bene
da vivo che dopo morte.
Se potesse disporre di qualche somma, e credesse di darla come deposito
a fondo perduto, affinché me ne servissi a compiere del bene,
io le passerei l’interesse finché lei vive, e anche i miei successori si obbligherebbero
a farle del bene dopo morte.
In fine di vita si raccoglie il frutto delle opere buone, diceva Don Bosco.
E dunque, il nostro caro don Semino se ne è andato! Appena seppi
che lo avevano portato all’ospedale di Voghera e operato, son corso a trovarlo,
e volle confessarsi con grande edificazione, ma sperava di vivere.....
Io partî per Roma, e, dopo pochi giorni seppi che già lo avevano seppellito.
Povero don Semino! Pregherà per noi. Ma le nostre care antiche conoscenze
e i più dolci amici vanno scomparendo!
Diamoci la mano intanto che siamo vivi, e ajutiamoci a prepararci dei meriti
per il paradiso!
Mi mandi un po’ una lettera che mi allarghi il cuore, e Dio la benedirà.
Suo aff.mo in n. Signore e nella santa Madonna
Don Orione
della Divina Provvidenza
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