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[grafia di altri]
Tortona, 16 / 6 - 1913
Rev.da madre abbadessa,
Il prof.r Fornari mi scrisse che la sig.ria vostra rev.ma, il 10 dello scorso maggio,
si degnò di riunire in capitolo la sua comunità, e che benevolmente stabilirono
di rilasciarmi il quadretto di Gesù Bambino, detto il Girandolone, acciò egli prosegua
a salvare anime come pel il passato. Che per altro resta vero che detto Gesù bambino
apparterrà sempre al Monastero della Duchessa di Viterbo,
e a tale effetto si domandava che io rilasciassi un mio scritto,
che dichiari che il suddetto Girandolone appartiene alla Comunità Cistercense di Viterbo,
e che mi protestassi disposto a ritornarlo ogni qualvolta mi venisse richiesto.
Ora, o rev.da madre badessa, mentre chiedo scusa di non averle subito scritto
per ringraziare lei e la ven.da comunità delle sue monache di questo insigne atto
compito verso di me di cui me ne sento veramente immeritevole e indegnissimo, vengo,
benché in ritardo, a compiere il mio dovere.
E qui unita invio scritta tutta di mia mano, la dichiarazione richiesta
tanto giustamente dalla comunità loro, che se essa non fosse di loro pieno aggradimento,
la prego comunicarmelo, poiché io, col divino aiuto, intendo farla nello stesso senso
e nella stessa forma che è dalla sig.ria vostra rev.ma e dalla comunità desiderata.
Che anzi io crederei conveniente rilasciare al Monastero un inventario
di tutti gli oggetti ed ex voto annessi alla S. Immagine.
Il Divino Girandolone si trova a Roma; ma poi comincerà a girare con me,
e verrà in Sicilia e in Calabria, e poscia forse anche in alta Italia,
come gli piacerà fare del bene.
Ora è presso un ammalato, e domani o dopo lo vedrò, - e farò l’inventario
di tutti gli oggetti insieme magari col sig.r cav.r Fornari.
Crede vostra reverenza che vada bene così?
Quella loro suora mi ha dato due immaginette da dare al S. Padre,
e una commissione a voce, che cioè essa aveva offerta la sua vita perché il Papa guarisse.
Io ebbi vergogna a fare la commissione al S. Padre; ma se lo vedrò, come pare, la farò.
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Se avete stampato qualche memoria di detta monaca,
mi farete una carità a farmene tenere copia che io vi manderò l’importo.
Malgrado i miei grandi mancamenti e ingratitudine verso il nostro buon Signore,
io, dopo che feci visita a quella D. Maria Benedetta, per un mese sentî un grande aiuto
ad amare il Signore e una ineffabile pace e pazienza e un vivo e dolcissimo desiderio
di mettermi ad amare il Signore e convertirmi.
Ora mi sono pur troppo raffreddato, ma un po’ di desiderio e di buona volontà
ce l’ho ancora e confido che nostro Signore mi vorrà aiutare e la Madonna SS. anche.
Mi raccomando perciò alle loro sante orazioni, e, se io dovrò venire a Viterbo,
mi farò dovere di venire pure a ringraziare a voce vostra reverenza e la ven.da comunità,
e, se si potrà, vorrei dire ancora una S. Messa avanti al Bambino,
per domandargli perdono di tutti i miei peccati.
E ora prego la SS. nostra madre del Paradiso di benedire alla signoria vostra molto rev.da
e a tutta la comunità Cistercense di Viterbo
Io penso che la loro sorella D. Maria Benedetta dal paradiso le aiuterà
ad amare molto il Signore, e così aiuterà anche me, poveretto.
E raccomando di nuovo l’anima mia alla carità delle sante loro preghiere,
da sacerdote le benedico tutte in Nomine Patris et Filî et Spiritus Santi - Amen.
Dev.mo
Sac. Orione Luigi della D. P.
P. S. Il mio recapito a Roma ove vado ora è: chiesa di S. Anna - Borgo Pio 102 B.
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