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[Tortona,] 10 Marzo 1938 - XVI
Caro Pirola,
La grazia di Dio e la sua pace siano sempre con te!
Ricevo oggi la tua del dì 8 corr., poiché in questi giorni ero fuori di Tortona
Il tuo scritto mi fa una grande pena, perché ci trovo un disorientamento
tanto grave nel tuo spirito, e, per esserti schietto, non vi trovo che i frantumi
del vero religioso. Povero mio figliolo!
I
voti, dunque, ti sono scaduti, etc
rebus sic stantibus, non mi sentirei oggi
di
riammetterti, anche se
anche dopo lunga prova intervenisse una dispensa.
Ti posso anche dire che i superiori sempre hanno avuta per te
la
migliore disposizione; ma, pur troppo, la tua lettera mi dà la
sensazione prova
dolorosa
che l’olio è venuto meno nella tua lampada ciò che non avrei mai pensato.
don Sterpi non è a Tortona da potergli parlare, ma se mi scrivi che,
l’ultima
volta che ti ha parlato, espresse
dovette esprimere a tuo riguardo
un giudizio piuttosto negativo, - avrà certo avuto le sue buone ragioni,
e
chissà quanto ci avrà sofferto a doverti
parlarti a quel modo, poiché egli
con don Cremaschi, è come la mamma dei chierici.
E
certe Le parti penose si fanno, credimi, caro Pirola,
sempre col cuore che piange.
Qualunque sia il cammino che prenderai, ti seguiremo con l’antico immutato affetto
in Cristo, e pregheremo per te, come tu non vorrai dimenticare i sacrificî, della Congr.
e
i principî avuti
ricevuti e gli esempi che, grazie a Dio, ti ha dato,
il tuo aff.mo
Sac. G. Luigi Orione
dei Figli della Div.na Provv.za
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