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[manca l’originale]


Al Rev.mo Signore

Sig. Don Silvio De Gasperis

Arciprete di Ameno


           Venezia, 6 Marzo 1925


 Caro signore,


 La grazia di N. Signore sia sempre con noi!

 Mi scuserà il ritardo a risponderle, perché solamente ora prendo visione

della sua lettera, benché, passando a Genova, avessi avuto cenno di essa.

La mia risposta, caro signore arciprete, è molto breve e sarà anche molto chiara.

 Veda che io non le ho dato nessun ordine; e se avessi anche dieci Bolle papali

che mi facoltizzassero, ma se sapessi che il parroco è contrario,

amerei meglio rinunciare ad ogni diritto anziché disgustare il parroco.

 Così ho fatto qui, vicino a Venezia, per un caso quasi simile

dove il Vescovo aveva detto di dire la Messa, e si era sempre detta ad immemorabili,

e nessun parroco aveva mai avuto nulla a dire anzi, data la lontananza

dalla chiesa parrocchiale di circa mezz’ora, erano sempre stati ben contenti che si dicesse.

 Poi si cambiò parroco e il nuovo venuto non mostrò più piacere

e ho dato ordine senz’altro, che si stesse al desiderio del parroco. E così oggi stesso

ella può star tranquilla che farò per Ameno, dove ci sono ben più motivi.

 Mi è sempre gradita ogni circostanza per raccomandarmi alle sue sante orazioni.

 E, mentre le chiedo scusa di ogni dispiacere che ella può aver avuto

da cotesto Istituto S. Antonio, me le professo dev.mo servitore e fratello in N. Signore

e nella S. Madonna.


          Sac. Luigi Orione  d. D. P.

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