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[manca l’originale]


         Tortona 22 Luglio 1939 - XVII


 Gentilissima signora Raffaella Lantini


 Stamattina passerà a Tortona Malcovati e mi condurrà

uno dei suoi cari figlioli, Piero; mi valgo dell’occasione per inviarle, signora,

un devoto saluto e mille scuse di non aver ancora risposto alla gradita sua dell’8 c.

Sì, ho pregato per lei e i suoi cari, e voglio sempre ricordarli nelle mie povere orazioni;

mi sento tanto vicino a loro nelle elevazioni dello spirito.

 Oggi ho il piacere di riferirle che alcuni dei miei già furono a Pietra Lata,

sotto forma di passeggio, - altri vi andranno a esami finiti.

 Ho disposto che la visita non fosse in truppa, ma a gruppi, direi in punta di piedi, -

anche per non umiliare quella povera gente e per meglio vedere.

 Io ci tornerò a mio agio a fine mese o ai primi di agosto; -

saranno due le visite che farò: a Roma al Papa e ai poveri di Pietra Lata.

 Fu, giorni fa, ospite nostro a Tortona un Vescovo,

che è segretario al Vicariato di Roma, S. E. Mons. Pascucci: -

si parlò di quelle due nuove parrocchie, tanto bisognose,

ed egli mi segnalò un altro folto raggruppamento di vere baracche,

dove il popolo sta ancor peggio. Vedrò anche quello.

 Bisogna portarsi sul terreno e, invocato il lume da Dio, studiare bene il daffarsi: -

certo i bisogni sono molti, ma la Divina Provvidenza ci aiuterà.

 Penso anch’io ad una scuola professionale, che educhi ad onesto vivere cristiano

e Italiano tutta quella turba di ragazzi capaci a lavoro, traendoli dall’ozio

e dal pericolo del malfamare dando loro in mano un’arte remunerativa che li rieduchi,

e li provveda di un pane onorato per la vita.

 Affidiamoci a Dio che ci è Padre, ma anche con santo coraggio:

poi da cosa nasce cosa. Più di una volta ho pensato che, se il Duce

vi facesse un sopralluogo, anche solo di quindici minuti, quella zona diverrebbe,

in breve, la vera città-giardino di Roma.

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  E chissà non venga ad inaugurare la scuola professionale;

occorreranno, certo, altre opere di genere sociale, - ma il soffio della fede

e del fascismo le creerà.

 Bisogna andare al popolo!

 Gesù andava al popolo, camminava col popolo, confortava la vita del popolo,

evangelizzava, beneficava, confortava il popolo.

 Anche oggi il popolo ha sete di Cristo, e di quella bontà, di quell’amore santo

che Cristo ha portato e di cui ha fatto «il suo precetto».

 Il mio cuore di sacerdote sì che deve essere tutto di Dio e di Cristo -

Dio, dev’essere pieno di amore verso il prossimo, e in modo speciale verso il popolo,

verso i figli dell’umile popolo, verso i fratelli più bisognosi di conforto morale e di aiuto.

 Ah, signora, quanto è cosa lieta amare e servire Cristo nella povera gente,

nei fratelli più infelici e più abbandonati! Allora si sente la grazia dello Spirito Santo,

che si diffonde nei nostri cuori!

 Preghi, signora Lantini, che condotto dalla mano di Dio e dalla chiesa

segua la voce e la via di Dio, in un’azione che vuole essere di rinnovamento

e di elevazione in Cristo dell’umile nostro popolo e avremo data gloria a Dio

e alla nuova Italia una nuova forza, una viva, una grande forza.

 Invoco in umiltà; una grande benedizione benedico lei, S. E. e ai vostri figli,

a tutti i vostri figli.

 Pregate per me - con dev.mo ossequio.


            Don Orione

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