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 +         Sia lodato Gesù Cristo

          [11 Gennaio 1908]


 Mio buon Padre,


 È passata di poco la mezzanotte, e sono entrato nel vostro dì onomastico -

e sto pensando a quanto jeri sera venendo per gli augurî io vi ho detto

e vostra Eccell. rev.ma ha detto poi a me.

 E penso anche alla Missione del Brasile, e mi pare che vostra Eccellenza

non troverebbe più tanta difficoltà a benedirla se io le conto un sogno che ho fatto

che mi parve sempre venisse da Dio per lo stato d’animo in cui mi ha lasciato.

 Ai tempi del primo oratorio nel giardino di vostra Eccellenza

una sera mi trovava molto stanco e molto afflitto perché l’oratorio si doveva chiudere

per gravi difficoltà che non venivano da vostra Eccellenza.

 Io anzi vedeva nel volto e nell’occhio di vostra Eccellenza

una grande bontà per me e per quei miei cari ragazzi - Era un sabato a sera

o una domenica sera, in questo momento questa circostanza non la ricordo più bene,

ma mi pare che fosse una domenica a sera che era proprio sfinito.

 L’oratorio non si doveva aprir più,

ed io aveva legata la chiave di quell’uscio fatto da vostra Eccellenza

che guarda la strada verso il Duomo sotto le finestrelle dei custodi -

ne aveva legata la chiave alla mano della Madonna che era nell’oratorio,

e che ora tengo qui nella Casa della Divina Provvidenza, -

dopo averla chiusa di dentro la porta e avere pregato per quanto doveva pregare,

perché era molto sfinito e sconsolato - l’oratorio non si doveva più aprire.

 E sono andato su nella mia cameretta - Non so bene preciso

ma mi pare di non avere cenato, già non c’era di consueto che un po’ di pane duro

che mi mandava mia madre da Pontecurone - allora amava di più nostro Signore

e la Madonna e la s. chiesa e viveva con 6 lire al mese: ne prendeva 12

e 6 le pagava al mese per Mietta che era entrato a Stazzano, - le altre erano per me

e per i figli dell’oratorio.

 Quella sera mi sono messo là allo scuro alla finestra seduto a piangere,

a guardare giù l’oratorio che non si sarebbe più aperto. Ho pianto

come piange un bambino con l’abbandono e la fede e l’innocenza di un bambino -

io per grazia del Signore viveva e vivo vorrei vivere dell’innocenza dei miei bambini

E ho pregato la Madonna e ho messo me e tutto l’oratorio nelle sue mani e pregando

e piangendo e guardando l’oratorio e facendo il sacrificio di tutto e offrendolo tutto

alla Madonna mi sono addormentato là seduto presso la terza finestrella,

l’ultima verso l’arco, e ho fatto questo grande e santo sogno:

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ho veduto tutto il giardino pieno di fanciulli, ma non c’era più la cinta

che lo divideva dalla via S. Giacomo era invece una grande distesa.

 Su quella grande pianta, alta, alta, che poi vostra Eccellenza ha fatto abbattere

e sul cui tronco ci abbiamo poi messa una altalena di arice lunga presso la porta d’entrata, -

a una data altezza di quell’albero vidi la Madonna SS. col bambino

che proteggeva l’oratorio e mi guardava con molta consolazione e amore -

i figli erano molti l’oratorio non aveva più cinta non c’erano né la via S. Giacomo

né le altre case al di là - erano tutti ragazzi ed erano di molti diversi colori;

così, dopo tanti anni da quella notte, mi pare proprio che fossero.

 La Madonna SS. ha continuato l’oratorio e, a parte il sogno,

lo ha visibilmente protetto, e parve a me davvero che una mano divina rimovesse subito,

come d’incanto gli ostacoli; e si continuò: io ho sentito poi molte volte di avermela vicina.

 Quando vostra Eccellenza diede ordine che si abbattesse quella pianta,

io non ho osato dirle di lasciarla, ma a gloria di Dio e della sua S. madre

e per la dolcezza interiore e tranquillità dolce che mi ha lasciato, - a confusione

della mia ingratitudine alle divine misericordie devo manifestarle che sempre ho sentito

che quello non era un sogno comune, ma una grande grazia del Signore.

 Ora da qualche mese ricordando che di cinta non ce n’era, e che erano di varî colori -

ho capito che sono le missioni, e l’ho capito in un momento di preghiera

come se fosse stato un lume improvviso che N. Signore m’avesse mandato, -

prima non ci aveva mai pensato.

 La Madonna SS. anche dopo ha mostrato la sua materna protezione su me

e sull’Opera della Divina Provvidenza.

 Però per quello che ho detto sopra, a parte quanto riflette ciò che ho visto in sogno

io mi posso certo sbagliare sulla significazione di esso, e di tutto quello che penso

di detto sogno. - Sia come è davanti a Dio, - non vorrei alterare di un apice la verità,

ed ho scritto la presente senza farne copia come mi venisse a memoria.

 Domanderei umilmente la benedizione pel Brasile

ed il permesso di andarvi anch’io entro un anno dalla prima spedizione,

e lo domando nel nome adorabile di Gesù Cristo crocifisso

e della Madonna SS. Immacolata madre della Divina Provvidenza,

e dei beati Apostoli Pietro e Paolo e di S. Marziano e di S. Francesco Saverio,

per l’amore della S. madre chiesa cattolica e delle anime di tutti e per le salute eterna mia -

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 Io pregherò per vostra Eccellenza rev.ma, e mi obbligo di fare pregare per lei

e per la s. chiesa di Tortona mia madre, e offro ai vostri piedi la mia vita

ed il sangue per la gloria di Dio e per la nostra santa fede.

 Vi bacio i piedi e imploro la benedizione paterna.

 In Gesù Cristo crocifisso


          Sac. Orione Luigi

          della Div. Provvidenza

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