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Brutta copia di lettera spedita oggi,

28 / 6 [1]909 a S. E. Mg.r Vescovo di Tortona


       Anime e Anime !

       Instaurare omnia in Christo


       Da Messina, il 27 8 / 6 [1]909

       vigilia dei beati apostoli Pietro e Paolo del 1909


 Mio sempre più caro e buon padre nel Signore,


 Prima di venire a Tortona, ultimamente, ho visto due volte insieme con questo

eccell.mo Arcivescovo il S. Padre, il quale mi disse di tornare qui

a fare per qualche tempo da Vicario generale.

 Non osai parlarne a vostra Eccell. rev.ma per motivi interni che riguardavano me,

e anche perché confidava nel ripassare a Roma di esserne poterne essere dispensato.

 Glielo comunico ora, mentre sto per assumere l’ufficio, e me ne perdoni:

creda, non fu mancanza di rispetto.

 Nelle presenti circostanze essere vicario qui equivale, in qualche guisa,

a fare un po’ di missionario.

 Il S. Padre mi ha data la facoltà di attendere alla Congregazione,

e di visitarne le Case. Del resto spero che sarà per breve tempo.

 Prego vostra Eccellenza rev.ma di concedere che don Gatti Vittorio

venga a darmi un po’ di ajuto, - veramente c’è da lavorare assai, e non potrei reggere.

Sono robusto e cerco di mangiare ma vengono dei giorni che non ne posso più.

 Nessuno più di me sente di non essere né degno, né preparato a questo ufficio,

e non ho lasciato di far conoscere a sua santità e a Mg.r Arcivescovo la mia nullità

e grande ignoranza e impreparazione e la mia indegnità, ma il S. Padre mi ha detto

che questa era la volontà di Dio, e allora non ho più saputo che dire,

fuorché mettermi nelle mani del Signore. Farò quanto potrò con l’aiuto della sua grazia,

e mi consumerò per Lui e per la s. chiesa e per le anime sotto la guida

di questo santo Arcivescovo, e poi il Signore che vede farà il resto.

 Mi sono messo tutto in tutte due le mani della Madonna SS.

e fra le sue materne braccia.

 Voglia vostra Eccell. rev.ma pregare per me, specialmente ora; -

io non lascio di ricordarla ogni giorno al Signore e non tralascerò di pregare per lei

finché viva!

 Oh quante quante cose il cuore che non ha cambiato mai, mai, vorrebbe dirle oggi!

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 Ma ho compreso, nella mia ultima visita che venni a farle appositamente a Stazzano, che non è l’ora: non è di me poverette conoscere miserabile

nosse tempora et momenta quae Pater posuit in sua potestate, lasciamo dunque a Dio

le ore e i momenti, egli che li conosce! Io aspetto con animo tranquillo e fidente

che il tempo della prova passi e il momento del Signore. Questa prova con cui intendo

di accompagnarmi alle disposizioni della Divina Provvidenza, sia pei figli miei

una preparazione al tempo della letizia, la cui ora suona di sovente improvvisa.

bBacio oggi in ispirito con molto molto amore verso Dio

e verso vostra Eccellenza rev.ma non il muro di bronzo, come vostra ella mi ha scritto,

che per me non è esistito mai, ma questa pesante e pur dolce croce,

che la mano di Dio mi ha dato, e che sento di non mai dovermi togliere.

 Solo mi permetto con ogni rispetto e con ogni affetto di raccomandare in questo

momento alla carità di vostra Eccellenza rev.ma i miei poveri figlioli di Tortona:

sono buoni figlioli, li conforti un po’ sempre di più.

 E permetta che anche le raccomandi don Riccardi e don Ravazzano:

si degni di ascoltarmi vostra Eccellenza, che in punto di morte non ce ne pentiremo

né io né vostra Eccellenza.

 C’è alcuno, a cui vostra Eccellenza rev.ma possa aver parlato di essi più a lungo

e con più veemenza che con me? Eppure, per l’amore sincero che le porto,

mi metto ai suoi piedi e le confesso che sono convinto che vostra Eccellenza

sia stata tratta a loro riguardo in gravi inganni.

Posso Potrò sbagliare, ma in coscienza sento così

 Deh! La supplico di offrire loro nella sua carità di padre il modo di fare cessare

questa incresciosa situazione.

 Ora poi fu anche tolta a don Riccardi la Messa festiva: non permetta, Eccellenza,

che si acuisca di più!

 Creda, c’è chi si abusa del suo stato di salute:ascolti chi le vuole bene in Domino:

chi spegne e non chi attizza.

 Mi perdoni questo sfogo: Ella non può immaginare

che cosa farei per vederla consolata, e per mostrarle con quanto profonda venerazione

e con quanto amore di figliolo le scrivo la presente.

 Le domando mille volte perdono dei disgusti che le ho dato,

e se, nello scriverle così, le ho dato disgusto, pure di tutto le domando perdono

con umiltà e amore di figliolo in Gesù Cristo.

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 Caro Eccellenza, in Paradiso, in Paradiso! in Paradiso non ci saranno più le nubi!

 In questa terra ci sono le nebbie della terra, ci sono le nubi:

in Paradiso non ci saranno più!

 È la vigilia dei beati apostoli Pietro e Paolo:

 Deus Pacis et totius consolationis repleat nos amni gaudio in credendo et in amando,

ut abundemus omni gaudio, ut abundemus magis, et omnes uno ore glorificemus Deum.

 Mi benedica, mentre le bacio con figliale rive benedica questo figliolo lontano:

più figliolo oggi di jeri, più bisognoso oggi di benedizione. Bacio con riverenza

il sacro anello, e mi raccomandi semp a n. Signore e sempre e sempre alla Madonna SS.

dolce madre.

 Di v. Eccell. rev.ma

 Dev.mo e aff.mo figlio in Corde Jesu


         Sac. Orione Luigi

         dell’Opera della Div. Provvidenza


 P. S.  per motivi che v. Eccellenza comprende,

amerei che questa mia restasse riservata. Presento a v. Eccell. rev.ma gli ossequî

di questo ven.mo Mg.r Arcivescovo.


Riservata

 Tra le carte riservate, da conservarsi


     Don Orione  D. P.

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