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[esiste una minuta di un foglio non digitata]


 +         Sia lodato Gesù Cristo

          Messina, il 19 / III [1]910


 Mio caro e buon padre nel Signore,


 Oggi, che è la festa di S. Giuseppe, ricevo la sua tanto gradita e venerata lettera.

Che Iddio la benedica!

 Ho poco tempo, e non posso scriverle una lunga lettera,

ma sento che devo risponderle subito.

 La ringrazio dunque o mio buon padre, di questa novella prova di affetto paterno,

e dei e del santo consiglio santi consigli che in essa lettera mi dà.

Si degni vostra Eccell. rev.ma pregare sempre per me, che Dio mi assista,

e che io corrisponda alla sua grazia, e tenga fermo nel cuore e nella pratica della mia vita

il consiglio che v. Eccell. mi ha dato: io, con la grazia di Dio, prometto di farlo.

 Mg.r Arcivescovo ricambia di cuore a v. Eccellenza gi ossequî e le bacia le mani.

 Mi ha molto consolato che v. Eccell. rev.ma vada a benedire la Madonna:

sì, ci vada, o mio buon padre, e desidero che la Casa della Provv.za

faccia grande festa quel giorno. La Madonna SS. darà anche a v. Eccell. rev.ma

molte grazie celesti.

 Le sono profondamente tenuto della sua benedizione: oho! io ne ho tanto bisogno!

 Preghi sempre per me: mi benedica ogni giorno, quando dà la benedizione

nella Messa: io sono qui molte volte con molti dolori e vorrei per consumarmi

per amare il Signore e la Madonna e servire la s. chiesa e salvare anime,

ma no so come farò: sono nelle mani della Madonna!

 Vedo che v. Eccellenza mi dà nell’indirizzo un titolo che io non ho,

e che ho sin vergogna di ripetere.

 Quel titolo il Papa stesso direttamente ed esplicitamente me lo ha escluso:

i miei poveri figli non mi conoscerebbero più!

 E poi per vostra Eccellenza rev.ma io non sono né Vic. Gen.le né altro,

ma solo e sempre il suo povero figlio di Tortona, un figliolo ingrato tante volte sì,

ma affezionato tanto e che vorrebbe con l’ajuto della Madonna SS.

mettersi un po’ ad amare sul serio nostro Signore e la Madonna SS. e la s. chiesa

e il suo Vescovo, e a salvare anime e a salvare anime per salvare l’anima sua.

 Don Albera, che è qui, e che lavora tanto, povero figlio,

riverisce tanto vostra Eccellenza insieme con me -

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 E le baciamo tutti e due il s. anello e ci voglia benedire.

 Suo umil.mo e dev.mo servitore e figlio in Gesù e Maria SS.


        Sac. Luigi Orione  della Div. Provv.za

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