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           Città

 +          Anime e Anime


 Eccellenza rev.ma e mio buon padre in G. C.,


           Messina, 3 luglio [1]912


 Sono oggi vent’anni che si apriva nel giardino dell’Episcopio di Tortona

quel piccolo oratorio festivo che fu la prima, in ordine di tempo,

delle opere del vostro episcopato, e l’inizio della piccola Congregazione

della Divina Provvidenza - Permettete, o mio buon padre,

che con affetto dolcissimo di figliolo dopo avere detto la S. Messa

ai piedi della madre di ogni celeste consolazione, e avere in essa pregato

specialmente per voi, e applicata la Messa per la vostra buona e santa mamma -

che non ho mai dimenticato: che, spero in Dio, di non dimenticare mai, finché io viva: -

ora vengo, - dopo avere domandato perdono a Dio dei miei gravi peccati

e ingratitudini, e averlo ringraziato dei suoi doni, - vengo anche a domandarlo a voi,

poiché io fui e sono davvero un ben miserabile uomo e peccatore ben indegno

di appartenere al sacerdozio della s. madre chiesa a cui Iddio,

per la sola sua infinita misericordia, e voi, per la vostra bontà, mi avete innalzato.

 Io vorrei in questo santo anniversario che tutto il mio sangue si convertisse

in tante lagrime di dolore dei miei peccati e di amore verso il Signore,

verso la s. chiesa, e verso di voi, che siete il mio Vescovo.

 E perché la mia indegnità e così grande, che io ho pure rossore di guardarmi

e di parlare, prego la SS. Vergine di ottenermi essa, che tutto può,

che io non offenda mai e mai più nostro Signore e che, se così piace al Signore,

mi conceda egli spazio di penitenza per piangere i miei peccati e riparare

con l’amore di Dio alle mie ingratitudini. Del resto io sono contento,

per la grazia che mi dà il Signore, di fare la sua s. volontà, qualunque sia:

in qualunque modo: sia fatta la volontà di Dio!

 Ho aspettato in questo giorno per umiliare a vostra Eccellenza rev.ma

copia della lettera inviata ai miei figlioli per animarci in Domino a servire Dio

e la s. chiesa e a salvare anime, secondo la nostra vocazione.

 Essa non fa che riprodurre gli stessi sentimenti e le stesse parole, si può dire,

del discorso che ho letto 20 anni fa alla inaugurazione dell’oratorio.

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 Pregate per me, mio caro e buon padre: fra altri 20 anni, se piacerà al Signore,

ci troveremo tutti in Paradiso, - così, per parte mia, confido, malgrado i miei peccati,

per la somma bontà e carità di n. Signore e della Madonna SS.

 E voi riceverete dalle mani del Signore il premio del lavoro grande che avete fatto,

e anche della carità grande e pazienza usata con me.

 Finché vivrò, e i miei vivranno, pregheremo sempre per voi:

già fin d’ora in tutte le Case, e anche in queste nostre baracche di Reggio e di Messina,

mattina e sera nelle orazioni della comunità diciamo l’Ave Maria per voi.

 Che la Madonna SS. vi dia ogni più santa consolazione!

 Degnatevi, o mio buon padre, pregare per me e per tutti questi poveri figlioli

 Mi metto in ispirito con tutti i miei sacerdoti, eremiti, chierici, orfani

e giovani a me affidati ai vostri piedi, e vi prego di benedirmi con tutti,

e Dio benedica larghissimamente pure a vostra Eccellenza per questa vita

e per tutta la beatitudine della eternità.

 Di v. Eccell. rev.ma dev.mo e aff.mo figlio in G. C.


           Sac. Orione

           della Div. Provv.za

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