V045T109 V045p151
+ Anime e Anime !
Mio caro padre in Gesù Cristo,
stamattina, appena celebrata la prima Messa, le inviai subito la buona notizia
per
cartolina. Ho ricevuto, po dopo,
la sua venerata lettera, e la ringrazio commosso.
Per quello che si riferisce a me, la bontà di n. Signore chiaramente
m’ha fatto conoscere in queste tre settimane tutta la mia miseria,
e quello che devo fare per riparare e, col suo ajuto, vivere secondo il cuore di Dio.
Si degni v. Eccellenza rev.ma pregare dunque assai più
per la mia reale conversione, - e le sarò riconoscente in eterno.
Sento tanta devozione per v. Eccellenza rev.ma e per la santa chiesa,
ma so la mia debolezza, e tremo di venire meno. La chiesa e le anime
sono i miei grandi amore, ma sono molto impastato di vanità e di superbia.
Ora mi sono messo tutto nelle mani della Madonna, e voglio stare lieto con la Madonna.
Quanto a don Botti, sì, egli è capitato qui, portato dal suo cuore,
per ajutare il don Franzosi, e fare il bene del mio povero paese,
dove pare che le anime vadano un po’ giù pel Curone.
Egli stava lavorando con tatto e prudenza, quando ricevette lettera da don Franzosi,
che gli diceva d’essere stato a Tortona, e che pareva costì non fossero stati
bene impressionati della sua venuta a Roma. Quanto don Botti ne sia rimasto male,
lascio considerare a v. Eccellenza. Io non gli posso dare ajuto che di conforto,
perché obbligato ancora quasi tutto il giorno a letto. Le cose sono a questo punto:
qui al Concilio attendono risposta da Tortona, e pajono bene disposti.
Certo, se il don Botti avesse veste, e potesse aver da v. Eccell. rev.ma
anche solo un telegramma che lo autorizzasse ufficialmente a chiarire almeno la posizione,
egli potrebbe rendere ora un non lieve servigio, - altrimenti le cose andranno qui a Roma
alle calende greche, more solito, Veda un po’ vostra Eccellenza in Domino.
Aggiungerò che da quattro giorni Mg.r Perosi gli fece un biglietto di presentazione
per Mg.r Bruno, segretario del Concilio, ma il don Botti non se ne servì, per delicatezza,
dopo la lettera ricevuta da don Franzosi.
Le scrivo dal letto, e ora mi sento un po’ stanco; ma mi pare d’averle detto ciò
che più importa perché v. Eccellenza sappia lo stato delle cose, e faccia lei nel Signore.
Cercherò di ajutare pregando.
Le bacio con molto e grande affetto il s. anello, e mi metto in ispirito ai suoi piedi
onde mi benedica, e mi metta ben forte le mani su questa testa perché vada a posto.
Suo dev.mo figlio in X.sto
Sac. Orione dei figli della Div. Provv.za
Domenica, 14 Dic. [19]19
pomeriggio
¨