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[A Sua Eccellenza Rev.ma

Mg.r Simon Pietro Grassi

Vescovo di Tortona (Alessandria)]


 +         Roma, lunedì XIV / III [1]927


 Eccellenza rev.ma,


 Ringrazio v. Eccell. della venerata sua lettera del dì 11 corr.

 Grazie a Dio, sto bene. Chi da jeri non va tanto bene è il nostro don Adaglio;

è sempre alla clinica Bastianelli: stanotte fu vegliato da don Fiori, ha riposato poco,

sente dolori acuti, non provenienti dalla cicatrice dell’appendicite, ed ha 38,7.

 Il medico che lo visitò stamattina mi disse che non comprendono ancora

la ragione dei dolori né dell’aumentare della temperatura. Sentirò stasera

lo stesso Bastianelli; mentre scrivo però il malato è sollevato e i dolori

accennano a diminuire.

 Sua Eminenza il Card. Perosi, invece, va assai bene, da tre giorni;

si può dire che non ha febbre, (così mi hanno telegrafato un po’ fa),

e si avvia ad entrare in convalescenza. Deo gratias!

 Jeri fu qui don Botti a chiudere con la benedizione eucaristica le sante quarantore,

e mi fece vedere il telegr. che il nuovo Podestà di Tortona aveva mandato sabato

al Cardinale.

 Sua Eminenza il Card. De Lai poi già volle alzarsi più volte.

 Il parroco di S. Carlo ai Catinari, che è il suo parroco,

fu qui a predicarci le 40 ore, e disse che l’Emint. De Lai a Mg.r Micozzi e ad altro,

i quali insistevano perché non si alzasse, avrebbe risposto:

«Sono ancora a casa mia, e comando io».

 E detto parroco, che lo deve conoscere un poco, certo più dello scrivente,

aggiunge: «De Lai morrà comandando».

 Io non ci fui, ma ci andò don Botti, e anche lui portò notizie su quel tono.

 Di quanto corre voce a Tortona circa la bancarotta d’un cav.r uff.le,

non ne so proprio nulla, né ho veduto su questi giornali notizie in merito.

 Quanto poi alla richiesta che a vostra Eccell. ha fatto il prof.r Vaccari,

Podestà di Pavia, per il posto di rettore del collegio Borromeo, io non saprei chi proporre;

a meno che non si sentisse di concorrervi don Tornari del «Dante», il quale,

come v. Eccellenza sa, non ha vincoli religiosi con la piccola Congregazione.

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Egli sa presentarsi bene, e alla laurea di Lettere sta per aggiungere quella di Legge.

E penso abbia già un 34 o 35 e più anni. È poi anche nativo della provincia di Pavia.

 Ne scrivo a don Perduca, perché lo senta; vuol dire che v. Eccell. potrà, se crede,

passare a lui le condizioni prescritte pel concorso.

 Certo che il rettore del Borromeo potrebbe agevolare assai tanti studenti nostri,

oltreché fare un grande bene agli universitarî.

 Quest’anno ne ho mandato uno anch’io, della diocesi, di Casalnoceto,

che mi era stato affidato fanciullo da don Rolandino, allora arciprete di Casalnoceto

Ora fa l’Università: è bell’ingegno e, più, è giovane di condotta cristiana edificante.

 Bacio con venerazione il sacro anello e la prego di benedirci tutti.

 Dev.mo figlio in X.sto e Maria SS.


          Sac. Orione  d. Div. Provv.


 Ogni saluto in Domino al don Francesco. E qui finisco,

altrimenti vado a trascorrere nello scrivere e agli sgorbi dell’altra lettera.

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