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[A Sua Eccellenza Rev.ma

Monsignor Simon Pietro Grassi

Vescovo di Tortona]


 +         Roma, il 29 Genn. 1928


 Mio buon padre in G. Cr.,


 Il Signore conforti il cuore di v. Eccellenza di ogni consolazione!

 Chiedo scusa di non averle ancora scritto: sono però queste le prime parole

che posso scrivere dopo che sono a Roma. Speravo essere già tornato; -

partirò forse posdomani, ma non sono sicuro, - dipende da una risposta che avrò domani

o dopo da Mg.r Caccia, e che si riferisce ad un desiderio espressomi dal S. Padre

nella udienza, e a cui ho potuto preparare in questi giorni un piano:

si tratterebbe di un Istituto per paralizzare qui l’opera dei protestanti. Ma è cosa riservata.

 Ho veduto sin da mercoledì sua Eminenza il Card. Perosi,

che il quale mi ha incaricato di ossequiare v. Eccellenza; forse e se appena potrò,

lo vedrò ancora.

 Egli uscì a parlarmi del mio arciprete.

 Solo jeri ho aperto la valigia e la busta dove v. Eccell. incluse le lettere

per don Sterpi, abate Lugano e Zerba. Andrò certo dall’abate Lugano.

Direttore dei [banchi?] Ambrosianus è il prof.r don Stoppani, nipote e alunno del Papa.

 Finisco e perdoni se non mi posso dilungare: finora tutto bene:

tre parole ma che dicono tutto.

 Qui vostra Eccellenza ha un figlio: non voglio essere altro: Dio mi assista!

 Bacio il s. anello - Mi benedica. Non mi scriva, se prima non le scrivo,

perché o tornerò e dovrò fare un giro fuori Roma - Se tardo, allora scrivo.

Preghi per me sempre e tanto

 Tanti fraterni saluti a don Francesco.

 Suo in n. Signore e nella Madonna


            Don Orione

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