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[A Sua Ecc. Rev.ma

Mg.r Simon Pietro Grassi

Vescovo di Tortona]


 +         Roma, Via Sette Sale, 22

          lunedì 13 Febbr. 1928


 Mio buon padre in G. Cr.,


 Nostro Signore sia sempre benedetto!

 Sono stato stamattina dall’abate Lugano, il quale aveva letta la lettera

di v. Eccellenza a me, - che gli lasciai, anche ora che sono sul partire,

perché essa riporta i consaputi documenti.

 Nel timore di dover tardare, o che v. Eccellenza si trovasse come assillata

dalle anime semplicette che san nulla e che fanno le scandolezzate, - le quali,

con quei due scritti, evidentemente vogliono mettere vostra Eccellenza rev.ma al muro,

e senza indugi, data anche la forma poco riverente usata -,

le dico che parere dell’ab. Lugano è che il momento sia davvero supremamente delicato,

onde bisogna evitare gli scogli e i gorghi.

 L’incidente è avvenuto in sede di giunta, e vostra Eccellenza, nella saviezza

che tanto la distingue, veda di contenerlo e di farlo finire in seno alla giunta stessa.

 Chi tenta allargare lo scandalo e portarlo fuori, non unisce, ma divide gli animi; -

e vostra Eccellenza potrà sempre provare di avere voluto così la pacificazione

e non la divisione il che è saggezza di governo pastorale.

 Don Tr. faccia la lettera, di cui nell’altra mia di jeri, e vostra Eccellenza

convochi la Giunta e ne dia lettura quam citus e ne faccia dare lettura dallo stesso don Tr.

o dal presidente. Ella poi vi aggiunga quelle parole che Dio le ispirerà.

E se ne faccia verbale, sì che, domani, risulti che vostra Eccellenza

volle quel giusto provvedimento che in Domino Le parve più atto alla concordia

del suo clero nella carità e nella pace.

 Da parte di vostra Eccellenza rev.ma tutto deve restare in sede di giunta:

ella deve insistere su questo, e dire chiaro che questa è la volontà del Vescovo agli alti

e supremi fini della unione del suo clero e del lavoro, sotto la direttiva del Vescovo

e come vuole la S. Sede: e che se c’è mancanza da qualunque parte,

le cose non si devono portare in piazza, ma il Vescovo è padre e posto da Dio per questo.

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 Questa è la mente di P. Lugano.

 Bisogna vincere la perversità con la carità, per quanto si può.

 Ora poi che il D. Tr. ha raggiunto il suo scopo di smascherare,

non lesini nello stendere la lettera, pure senza avvilimento, ma con dignità:

egli si lasciò trasportare dallo zelo ritenendo di dover sostenere l’Autorità

e di bollare gli intrighi, solo questo volle, evidentemente.

 Direi che fatta la lettera, la andasse a spedire da Novi per raccomandata,

sia a vostra Eccell. che - in via riservata - al Presidente della giunta,

e lo preghi di voler subito e in seduta straordinaria convocare la giunta,

avendo comunicazioni urgenti da fare.

 Don Rognoni verrà tosto da V. E.

 Lo invito alla riunione di giunta dovrebb’essere il più presto, il più largo

e insistente possibile, e tenerne copia.

 All’arciprete di B. giungerei a dire a v. Eccellenza di inviargli lei

un biglietto di sua mano, oltre l’invito ordinario che si manda a tutti dal segr. di giunta.

 Volevo suggerire che gli scrivesse don Rognoni, ma mi risulta che si vuol battere

in breccia anche lui, e a lui si allude, evidentemente, nella lettera a v. Eccellenza rev.ma

 Se crederà di mandare all’arcipr. di B. un suo biglietto, voglia tenerne copia;

so che dico.

 Che se poi il sig.r arciprete non interverrà, si vedrà, dopo se sia il caso

di fargli qualche comunicazione o meno. E se, intervenendo, non si dichiarasse soddisfatto,

né volesse fare pace (il che con ogni miglior modo si veda di ottenere)

vuol dire che imputet sibi, e si scoprirebbe di più il malanimo suo e dei comparî,

e si capirà meglio dove vogliono mirare.

 Vostra Eccellenza rev.ma potrà sempre dimostrare di avere agito

con la massima prudenza e carità, e da padre verso tutti.

 Perdoni un po’ tanta libertà di questo mio scritto, ma la abbia quale effusione

di affetto d’un figlio in Gesù Cr.

 E finirò. - La carità di n. Signore abbruci ogni espressione in questa

o in altre mie che non fossero secondo lo sp il cuore di Dio.

 Mi benedica, ché ne ho tanto tanto bisogno

 Tante cose a don Francesco.

 Suo dev.mo e umile servitore in figliolo in Gesù e Maria SS.


          Sac. Orione

          dei figli della Div. Provv.

¨