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[A Sua Eccell. Rev.ma

Mg.r Simon Pietro Grassi

Vescovo di Tortona a

Cologno al Serio (Bergamo)]


 [+]          Anime e Anime !

           Tortona, il 20 Sett. 1928


 Eccell. rev.ma,


 Sono tornato jeri l’altro a notte, - jeri fui a Voghera e oggi,

non potendo ossequiare v. Eccellenza qui, di presenza,

Le vengo a porgere un saluto devoto in ispirito.

 Spero che vostra Eccellenza si trovi in buona salute, e formulo i migliori voti

che Iddio la conservi e le ricolmi i giorni e il cuore di consolazioni grandi.

 Sono stato jeri subito a Voghera, perché sapevo che oggi sarebbe passato qui

Mg.r Cribellati.

 Ho trovato Tortona senza V. Podestà e senza Podestà;

ma mi ha fatto bene sentire che il Miglietta è morto da buon cristiano; -

da giovanetto era frequente ai Sacramenti ed era dei nostri.

 Ora c’è il comm.r Pincetti che sta male, - ci fu qui un po’ fa il nipote di lui,

perché facessi pregare questi ragazzi; jeri gli diedero l’Estrema unzione, -

poi ebbe un po’ di sollievo; non fa che dire: Ave Maria Ave Maria! -

Fu sempre uomo timorato di Dio, e anche in tutto con la chiesa, eccetto che nel temporale,

come tanti altri del suo tempo.

 Stasera conterei di fargli visita, se mi conoscerà

 Finisco, perché ancora un po’ stanco, ma meno di jeri, grazie a Dio.

 Da Reggio a qui tutta una tirata, tranne qualche ora a Roma; -

e così da Tortona a Reggio, - mi fermai solo per dir Messa.

 A Napoli ho celebrato sul corpo di S. Gaetano, e mi è stato di grande consolazione.

Ho potuto pregare, sia pur brevemente, anche davanti al corpo di S. Andrea Avellino,

scoperto.

 Era da un bel po’ che non ero stato laggiù, e vi ho ritrovato tanta buona gente

che neanche più pensavo che si fosse ancora ricordata di me,

che non so tener vive le relazioni, anche perché provo tanta difficoltà a scrivere

e pur a rispondere.

 Di tutto sia benedetto il Signore!

 A Genova sono giunto alle 3½ di mattino e partito alle 20 dell’altro jeri; -

e quel giorno è stato tutto per i miei poveri.

 Non ho potuto visitare la Casa delle cieche, e ci ho sofferto; ma ci andrò presto,

povere cieche!

 Non li ho trovati più tutti, quei miei cari vecchi! - qualcuno se n’è andato in Paradiso.

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 Abbiamo lasciata la Casa di Quarto per trasferirci a Pammatone,

negli stessi cameroni dove Santa Caterina da Genova curava i malati

e s’è fatta tutta amore di Dio e del prossimo. A Quarto si stava meglio: più al largo;

più aria, più bello; ma a Pammatone si è in città, e tra mura che parlano

della carità dei genovesi. Però qui non ci stanno che le donne vecchie e malate e le ragazze;

gli uomini li ho portati presso S. Teodoro, - i bambini a Marassi e le cieche a Quezzi.

 Di tutto già avevo data comunicazione a Mg.r Arcivescovo; -

si è dovuto lasciare Quarto per forza maggiore, poiché quel locale necessitava al comune.

Fu un gran lavoro trasportare vecchi, scemi, bambini e tanti poveri disgraziati,

tanti dei quali tengono il letto, - e parecchie mie povere straccione, per lo strapazzo,

si ammalarono.

 Ma Dio vede e pagherà tutto: Lui è il Padre!

 Preghi v. Eccellenza per noi tutti e ci benedica tutti, mentre per me e per tutti

le bacio il sacro anello, e Le sono dev.mo e aff.mo in Gesù Cr. e Maria SS.


         Sac. Orione  dei figli d. Div. Provv.


 Tanti ossequî a suo cugino don Cirillo e a don Francesco.

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